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Coronavirus

Poliambulanza: il 36% dei guariti dal Covid dopo mesi ha ancora problemi

L'allarme della Poliambulanza a margine di uno studio (ancora in corso) su 261 pazienti Covid: il 36% presenta problemi anche a mesi di distanza dalla malattia

Più di un paziente su tre guarito dal coronavirus presenta ancora problemi (soprattutto polmonari) anche a mesi di distanza dal decorso dell'infezione: è questo quanto emerge da uno studio (ancora in corso) a cura della Fondazione Poliambulanza, sulla base dei dati raccolti dall'ambulatorio post-Covid allestito in ospedale dalla metà di aprile. Si tratta di un progetto pilota con cui si vuole tracciare una mappa delle possibili complicanze della malattie, per curarle riducendo l'impatto che continuano ad avere sulla vita dei guariti.

I risultati dello screening post-Covid

Ad oggi sono 261 le persone che hanno aderito al programma di follow up: solo i due terzi circa dei pazienti (in tutto 168) hanno dichiarato di non avere più problemi e di aver ripreso una vita normale, come prima della malattia, ma ben 93 pazienti (il 36%) necessità di ulteriori valutazioni, in particolare da parte degli specialisti in pneumologia. Nel dettaglio, i postumi della malattia si fanno ancora sentire dopo 4 mesi per 40 pazienti (il 43%), dopo 6 mesi per 28 (30%) e a distanza di 9 mesi per altri 25 casi (27%). Specifichiamo, a scanso di equivoci, che in alcuni casi si tratta di pazienti con sintomi da Covid anche antecedenti al "boom" della pandemia, in quanto pare ormai accertato che il virus fosse in circolazione anche in Europa ben prima del febbraio scorso (forse addirittura dall'inverno precedente).

“Abbiamo ricontattato gran parte delle persone trattate nei mesi scorsi in corsia e poi dimesse, per verificare il grado di salute degli ex pazienti e scattare una fotografa che metta a fuoco il numero di malati che soffrono di qualche disturbo dopo la risoluzione dell’infezione – spiega Renzo Rozzini, direttore di dipartimento di Fondazione Poliambulanza – L’età media dei pazienti è di 62 anni, più del 70% maschi, il 24% è affetto da patologie croniche, prevalentemente ipertensione (per questi pazienti la malattia ha frequentemente imposto la necessità di rivalutare la terapia). 

Gli effetti a lungo termine della malattia

“Circa il 40% dei casi – prosegue Rozzini – lamenta lo sviluppo di sintomi nuovi, cioè mai manifestati prima della malattia, come labilità emotiva, disturbi dell’umore, ansia (anche crisi d’ansia), insonnia. Si tratta di un fenomeno non irrilevante. In 5 casi il ricovero ha evidenziato noduli polmonari, preesistenti al Covid-19, da seguire nel tempo. Quanto osservato richiama a modificazioni paragonabili a quelle che si osservano nei processi di invecchiamento: la persistenza di sintomi somatici dopo una malattia acuta, la lentezza del recupero (fragilità), la comparsa di sintomi maladattativi”.

Su questo aspetto la Poliambulanza sta conducendo una ricerca insieme all'Università di Modena-Reggio Emilia. I dati preliminari permettono di affermare la necessità di una valutazione di tutti i pazienti con sintomi da Covid, e rilevare che almeno il 15% dei dimessi ha sintomi ancora da monitorare. “Sarebbe necessario un programma nazionale – chiosa Rozzini – per affrontare questa realtà ora necessariamente sottostimata, che potrebbe avere un enorme impatto futuro anche in termini di spesa pubblica”.

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