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Coronavirus: le regole per curarsi alla comparsa dei primi sintomi

Nel documento redatto dai medici dell’istituto Mario Negri di Milano e dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo le indicazioni per cercare di prevenire la reazione infiammatoria e limitare i ricoveri.

Non aspettare l’esito del tampone, ma cominciare a curarsi subito, fin dalla comparsa dei primi sintomi. Certo non affidandosi a un pericoloso ‘fai da te’, ma solo dopo aver sentito il parere ed aver ricevuto il consulto (anche virtuale) del proprio medico di base. Questo il principio chiave del nuovo documento per curare il Covid-19: è stato redatto dai medici dell’istituto Mario Negri di Milano e dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ed è in fase di pubblicazione sulla rivista Clinical and Medical Investigation.

Ad anticipare i punti salienti è un articolo del Corriere della Sera.  Un approccio del tutto nuovo: a differenza di quanto prevedono altri vademecum già pubblicati da altri dottori - come il Protocollo Bassetti e quello stilato dai medici lombardi -  non serve attendere l'esito del tampone e sono previsti una serie di interventi che può effettuare il medico di base. Partendo in anticipo "si previene nella maggior parte dei casi la reazione infiammatoria che comunque quando si manifesta viene colta precocemente ed è quindi trattabile a domicilio”, scrivono gli autori del documento Giuseppe Remuzzi, Norberto Perico, Monica Cortinovis e il professor Fredy Suter.

Si comincia a curarsi dal primo sintomo che può essere la tosse (che è presente nel 67% dei casi conclamati), oppure la febbre (43%) così come il mal di gola, la nausea, il vomito e la diarrea. E si tratta il coronavirus come qualunque altra infezione delle vie respiratorie utilizzando farmaci antiinfiammatori come l'aspirina (e non la tachipirina) o l'Aulin (che però non vanno presi insieme) e con altri rimedi che inibiscono l’enzima che scatena le infiammazioni all’interno del corpo, fino ad arrivare, ma soltanto nei casi più seri, al tradizionale cortisone.

Il protocollo, scrive il Corriere della Sera, è stato sperimentato su una cinquanta di persone con tampone positivo e (scarsi) sintomi, che sono guarite senza aver bisogno di un ricovero in ospedale. La durata del trattamento dipende dall'evoluzione clinica e in caso di peggioramento ci sono cortisone ed eparina. E l'antibiotico? Di solito per i soggetti fragili si usa l'Azitromicina mentre il medico di base può procedere alla somministrazione di ossigeno, si legge ancora nel documento.

La tachipirina, fortemente raccomandata in altri protocolli, viene invece esclusa perché al contrario di aspirina e Aulin il paracetamolo non ha proprietà antinfiammatorie. Certo, spiegano i dottori, non bastano gli antinffiamatori: vanno effettuati anche altri esami, fattibili anche a domicilio, come il prelievo di sangue, e vanno tenuti sotto controllo diversi valori, a partire dalla coagulazione e dalla funzione renale. 

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