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Coronavirus: 2.863 contagi sul posto di lavoro e 24 morti (4 negli ultimi 2 mesi)

I dati aggiornati sui contagi da coronavirus sul posto di lavoro: in provincia di Brescia, dall'inizio della pandemia, 2.863 casi e 24 decessi

Le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 in Lombardia sono 18.779, pari al 36% del dato nazionale (in linea con il totale dei contagi): quelle con esito mortale nella nostra regione sono 129, pari al 42,6% del totale italiano (anche questo in linea con le statistiche). Lo riferisce la Cgil, che ha reso noti i dati elaborati dall'Inail e aggiornati alla fine di agosto: nell'ultimo mese preso in esame le infezioni di origine professionale sono 323 in più.

Coronavirus sul posto di lavoro

Dall'inizio dell'epidemia è la provincia di Milano la più colpita, con 5.769 contagi sul posto di lavoro, seguita dalle province di Brescia (2.863 contagi), Bergamo (2.452), Cremona (1.422), Pavia (1.125), Monza (1.035), Varese (958), Mantova (809), Como (800), Lecco (631), Lodi (487) e Sondrio (428). Sul totale dei contagi le donne sono più colpite: 13.586 contro 5.193 dei colleghi maschi. Nel Bresciano i contagi si concentrano in particolare nelle fasce d'età tra i 50 e i 64 anni (1.343) e tra i 35 e i 49 anni (1.060): negli ultimi due mesi sono circa 300 i nuovi contagi bresciani sul lavoro.

In Lombardia 129 decessi, 24 a Brescia

Per quanto riguarda i contagi con esito mortale, come detto, sono 129 i decessi per coronavirus sul posto di lavoro. In questo caso è Bergamo la provincia più colpita, con 37 decessi: seguono Milano con 25, Brescia con 24 (di cui 4 negli ultimi due mesi) e Cremona con 17. I decessi riguardano per quasi un terzo il personale sanitario e assistenziale (medici, infermieri, operatori sociosanitari e socioassistenziali): ma risultano interessati anche impiegati, conducenti professionali e addetti alle vendite.

Contagi al lavoro: i settori più colpiti

I contagi sul posto di lavoro riguardano per il 78,6% il settore “Sanità e assistenza sociale”, di cui gli ospedali, le case di cura e le case di riposo incidono per l'84,8%: si segnalano contagi anche nel settore manifatturiero e nel noleggio e servizi alle imprese. Il 71,2% delle infezioni e il 23,3% dei casi mortali si concentra nel settore della sanità e dell'assistenza sociale, che insieme al settore degli organismi pubblici preposti alla sanità (come Asst e Ats) porta all'80,2% la quota dei contagi e al 34% quella dei decessi. Seguono i servizi di vigilanza, pulizia, call center, il settore manifatturiero (tra cui gli addetti alla lavorazione di prodotti alimentari) e le attività di alloggio e ristorazione.

“Dai dati analizzati si conferma il dato infortunistico drammatico – fa sapere la Cgil Lombardia in una nota – soprattutto quelli con esito mortale. Sulle cause, sebbene la pandemia sia stata tanto inaspettata quanto aggressiva, si ripropone il tema della prevenzione sanitaria e più in generale della tutela delle condizioni di salute dei lavoratori. La prevenzione del rischio è un processo complesso che richiede il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti, a partire dai lavoratori e dai loro rappresentanti”.
 

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