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Venerdì, 19 Aprile 2024
Coronavirus

Covid, perché Brescia e Bergamo sono super focolai? La risposta degli esperti

Uno studio del Cst di Bergamo evidenzia alcuni elementi che potrebbero aver scatenato la diffusione del contagio anche a Brescia e in Lombardia

Perché il contagio si è diffuso con tanta furia proprio a Bergamo e a Brescia? Il Centro studi sul territorio dell'Università di Bergamo ha provato a rispondere alla domanda che in tanti, tantissimi inevitabilmente si sono fatti da un anno a questa parte. “Per contribuire – fa sapere il Cst – a dare una risposta sul perché la diffusione abbia assunto le attuali proporzioni in questi territori, interrogativo che il mondo intero si pone, un gruppo di ricercatori ha intrapreso una ricerca che, utilizzando il mapping riflessivo, indaga la diffusione del contagio da Covid-19 mettendo in rapporto gli aspetti sociali e ambientali del territorio (popolazione, mobilità, lavoro, inquinamento)”.

E' da questa ricerca che appunto sarebbero state rilevate alcune problematiche calzanti, che dunque potrebbero aver contribuito alla diffusione del contagio: la ricerca, ricordiamo, si concentra sui numeri della prima ondata, ma visti i dati di questi ultimi giorni – con il boom di contagi e l'allerta ricoveri, di nuovo, in provincia di Brescia – può essere ben adattata anche alla seconda e terza ondata. Per i più curiosi, il “mapping” realizzato dal Centro studi è liberamente consultabile a questo link.

La sospetta correlazione tra contagio e inquinamento

In particolare, il Cts avrebbe rilevato una coincidenza (che non è ancora correlazione scientifica, ma di fatto è un'evidenza) tra alto numero di contagi (e decessi) e inquinamento: “In Lombardia e a Bergamo – si legge nello studio – l'alta mortalità non dipende dal numero elevato di anziani, poiché lo studio sulla composizione della popolazione è in linea con quella delle altre regioni italiane”. Da qui la coincidenza con l'inquinamento: i 53 Comuni lombardi che nel 2019 hanno superato per 35 giorni i limiti di Pm10 sono compresi “nell'esteso ambito territoriale di Milano, l'area metropolitana e lungo un asse di Comuni nel Cremonese e nel Lodigiano, unitamente ad alcune situazioni puntuali che riguardano Brescia, la Valcamonica e il Mantovano”.

Anche “i valori più alti di biossido di azoto riguardano sempre l'area metropolitana di Milano e il corridoio che insiste sulla direttrice autostradale A4 Milano-Bergamo-Brescia: tali dati, rapportati alla popolazione residente, mostrano la grande quantità di popolazione esposta alle fonti inquinanti”. 

Il focus su pendolarismo, anziani e sistema sanitario

Altri elementi scatenanti potrebbero essere stati correlati all'organizzazione del sistema sanitario, soprattutto in ambito locale e ultra-locale e della sanità ad personam, ma pure all'elevato pendolarismo che come ben sappiamo coinvolge le province più produttive della Lombardia (e d'Italia). In tal senso, la circostanza è ancora più evidente nel “focus” che il Centro studi ha dedicato al territorio della Valseriana, il primo focolaio bergamasco (e tra i primi di tutto il Paese).

“Una conurbazione di circa 50mila residenti, situata nel fondo valle – è l'analisi del Cst – porta d'ingresso e corridoio d'accesso con un alto pendolarismo scolastico per la presenza di 4 scuole superiori; un forte pendolarismo lavorativo verso le circa 400 aziende che accolgono circa 4mila addetti; una popolazione con un alto tasso di invecchiamento e con una consistente presenza di Rsa. Tutti fattori – continuano i ricercatori – che rientrano nella complessità morfologica e sociale del focolaio bergamasco e che vanno tenuti in conto e messi in relazione con quelli del sistema sanitario per comprendere la rapida e intensa diffusione del contagio”.

Il ruolo del territorio nella diffusione del contagio

Nel rispetto di una insuperata concezione di materialismo storico (e scientifico), concludono dal Centro studi sul territorio, “è ormai accertati che per comprendere e interpretare il presente, la spazialità è di fondamentale importanza per tutti i fenomeni sociali: in altre parole, dove le cose accadono è cruciale per la comprensione del come e del perché queste accadono. E' essenziale tener conto del modo in cui i territori sono abitati anche in relazione alla diffusione del Covid-19, poiché da tale modalità dipendono sia i tempi accelerati di diffusione, sia l'iniziale propagazione reticolare”. 

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