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Coronavirus

Covid, l'odissea di Marco: in ospedale da 3 mesi, già 13 tamponi positivi

"Nonostante tutto mi sento fortunato. Sono qui"

In Italia tiene banco la discussione sulla contagiosità dei "debolmente positivi" al Covid-19, anche perché molti di loro sono costretti in quarantena ormai da mesi. Basti pensare che in provincia di Bergamo, la più colpita in Italia dalla pandemia, sono 543 le persone costrette in casa a causa del virus. Altre 1714 si trovano in regime di sorveglianza attiva da parte di Ats.

Non solo, c'è chi è in ospedale ormai da quasi tre mesi. E' il caso di Marco Carrara, impiegato di 43 anni residente ad Albino in Val Seriana, in isolamento da 87 giorni. Si è ammalato dopo la morte del padre, sempre a causa del Coronavirus: ha già fatto 13 tamponi, tutti positivi. Ora aspetta l'esito del 14esimo, sperando che sia la volta buona.

"Nel nostro paese in meno di due mesi ci hanno lasciato più di 150 amici, fratelli, parenti - scrive in una lettera all'Eco di Bergamo -. Una strage che ci lasciato un grande vuoto, impotenti non potendo fare nulla. Non possiamo neanche piangere i nostri cari. Anche io ho perso mio padre Valerio nel giro di una giornata, senza neppure averlo salutato. È stato portato via dagli operatori del 112, si è ritrovato da solo in ambulanza, da solo ha sofferto, da solo è morto e da solo è stato caricato su un camion militare per una destinazione a noi ignota per essere cremato".

Marco, però, non perde la fiducia e continua a lottare, malgrado il terribile dramma che ha colpito la sua famiglia: "Nonostante tutto mi sento fortunato. Sono qui". E, per affrontare la battaglia, non rinuncia a un po' di ironia, a un sorriso che porti uno spiraglio di luce:  "Ieri ho fatto il 14esimo tampone, che sia la volta buona?"

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