Manifestazione Io Apro: il 15 gennaio ristoranti aperti contro la nuova stretta
Molti esercenti da tutta Italia hanno già annunciato sui social che, per un giorno, non rispetteranno le norme previste nel Dpcm e apriranno le porte dei lori locali, a pranzo come a cena. La forma di protesta è stata lanciata dal pesarese Umberto Carriera: hanno già aderito anche ristoratori e baristi bresciani
“Riapriamo completamente, altrimenti chiudiamo per l’eternità”, esordisce così uno dei ristoratori bresciani che aderirà alla protesta nazionale in programma venerdì 15 gennaio. Non più atti di disobbedienza dei singoli esercenti, ma una presa di posizione collettiva. Al grido di “l’unione a la forza” e “diamoci una sveglia”, il prossimo 15 gennaio 50mila attività - bar, ristoranti, ma anche palestre e piscine - terrano aperti i battenti e serviranno i propri clienti a prescindere delle norme in vigore nel territorio in cui si trovano.
L’idea porta la firma di Umberto Carriera, titolare di 6 ristoranti nel Pesarese e volto già noto delle manifestazioni e delle proteste dello scorso ottobre contro le restrizioni volute dal governo. I suoi locali sono rimasti aperti, a rotazione, in questi mesi di stop forzato. Insieme ad altri esercenti ‘dissidenti’ italiani ha orchestrato un 'Dpcm' autonomo (Decalogo pratico commercianti motivati), che è la base del “Io apro day”. Così è stata chiamata la manifestazione - in programma venerdì - nata in rete e gestita tramite i social network.
L’intenzione è quella di aprire le attività - ristoranti e bar, ma anche palestre e piscine - con l’orario e le modalità consuete. Ovvero servizio al tavolo e al bancone, a pranzo e a cena, indipendentemente dal colore associato alla regione d'appartenenza. Rispettando però le norme anti-contagio in vigore nei mesi estivi. L'unica restrizione in vigore resta quella del coprifuoco: “I conti devono essere serviti al tavolo entro le 21.45”, si legge nel ‘Dpcm’ parallelo.
E la data scelta non è casuale: venerdì sarà infatti varato il nuovo Dpcm e molte regioni - tra cui anche la Lombardia - rischiano misure ancora più rigide rispetto a quelle attualmente in vigore, tra cui anche l’abolizione del servizio d’asporto per bar e ristoranti dopo le 18.
“Non manderemo nessuno al massacro - assicura Carriera - chi si unirà alla protesta e terrà aperto verrà tutelato, anche legalmente. Abbiamo coinvolto 8 studi associati che forniranno assistenza gratuita, in caso di multe, sia agli esercenti che ai clienti. Sono ore convulse e stiamo ricevendo migliaia di adesioni: siamo a 50mila, ma il conteggio aumenta di minuto in minuto, quindi giovedì sera tireremo le somme. Qualora in alcune città o nei piccoli paesi ci fossero poche adesioni, consiglieremo agli esercenti di non tenere aperto, per evitare di finire facilmente nel mirino delle forze dell’ordine. In alcune città, come Milano e Pesaro, abbiamo già raccolto centinaia e centinaia di adesioni e saranno sicuramente loro a fare da apripista.”
Anche nel Bresciano in queste ore si moltiplicano le prese di posizione e i messaggi degli esercenti che hanno intenzione di aderire all’iniziativa. Tra loro ci sarà Andrea Boscolo, gestore di un bar a Roccafranca, già tra i promotori della manifestazione contro il coprifuoco dello scorso ottobre. Gli altri si stanno organizzando in rete, ma le adesioni sono già numerose: circa un centinaio in tutta la provincia. Per tutti loro, indipendentemente dalle scelte del governo e dall'andamento della curva dei contagi, da venerdì scatterà "la zona bianca".