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Super green pass: cosa cambia dal 1° febbraio (e perché dopo la guarigione non serve il medico)

Il certificato in versione rafforzata varrà sei mesi e non più nove. E per sbloccarlo dopo la malattia dovrebbe bastare un tampone negativo

La durata del super green pass, il certificato verde Covid-19 che viene rilasciato solo alle persone vaccinate o guarite, diminuisce dal 1° febbraio, passando dagli attuali nove mesi di validità a sei. Lo ha deciso il governo Draghi lo scorso dicembre, stabilendo anche che il periodo minimo per la somministrazione della terza dose di vaccino anti covid è ridotto da cinque a quattro mesi. Non cambia invece il modo in cui si ottiene il super green pass: per avere il certificato è necessario essersi vaccinati oppure essere guariti dal coronavirus.

Per chi è guarito dal coronavirus e ha un tampone negativo, il super green pass viene sbloccato automaticamente dal 6 gennaio, secondo quanto ha precisato il ministero della Salute, dopo le numerose segnalazioni di cittadini che attendono molti giorni per riavere il certificato. Prima di quella data, infatti, era necessario che il medico di base o l'Asl di riferimento inserissero il certificato di guarigione nella piattaforma del ministero, creando così un rallentamento che dovrebbe essere risolto dalle nuove disposizioni.

I problemi del green pass dopo la guarigione

Cosa è successo? Migliaia di persone, nelle ultime settimane, hanno ricevuto l'esito di un tampone negativo dopo essere state positive al coronavirus e per questo hanno interrotto l'isolamento. Avrebbero in linea teorica potuto uscire di casa per tornare al lavoro, a scuola, nei bar e ristoranti, nei cinema e negli stadi. Tra loro, però, molte sono rimaste bloccate, perché il sistema di rilascio dei green pass in seguito a guarigione (con procedure in parte diverse perché sono coinvolti i sistemi sanitari gestiti a livello regionale) è andato in tilt.

Insomma, il meccanismo di riattivazione del green pass dopo la guarigione si è inceppato, e in alcuni casi il certificato è stato riattivato nella vecchia versione (quindi prossima alla scadenza) e non in quella nuova post guarigione. La nuova procedura prevede che il super green pass si blocchi con tampone positivo e si sblocchi poi in automatico con il tampone negativo inserito a sistema dalla struttura sanitaria o dalla farmacia. Si tratta però della certificazione ottenuta al momento di effettuare l'ultima dose di vaccino.

Questo automatismo dovrebbe funzionare anche per ottenere il nuovo super green pass da guariti, che è valido sei mesi dal giorno in cui si è risultati positivi al tampone. Se, dopo qualche giorno dal tampone negativo (quello che attesta la guarigione), il nuovo certificato non è ancora disponibile, occorre comunque rivolgersi al medico di base perché intervenga e inserisca il certificato di guarigione a sistema.

Le regole e cosa cambia da febbraio

Le regole per avere il green pass base restano invece immutate: lo si ottiene per 48 ore con un tampone antigienico negativo, per 72 ore con un tampone molecolare. Vale la pena ricordare che sia il green pass base che quello rafforzato possono essere scaricati attraverso l'app Immuni, l'app IO oppure sull'apposito sito messo a disposizione dal governo.

Dal 15 febbraio, il super green pass diventerà obbligatorio per tutti gli over 50 per accedere a tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati. Dal 1° febbraio, invece, la certificazione base diventa obbligatoria per poter accedere agli uffici pubblici, ai servizi postali e bancari e a tutte le attività commerciali non essenziali. Si tratta di una norma in vigore fino al 15 giugno. Chi non ha il green pass potrà accedere soltanto alle attività considerate essenziali, come i supermercati, i negozi di alimentari e le farmacie. Nei prossimi giorni è atteso un nuovo decreto interministeriale che dovrebbe chiarire l'elenco delle attività "necessarie per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali".

Fonte: Today.it

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