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Martedì, 16 Aprile 2024
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Caro benzina, gasolio e bollette: scatta il taglio delle accise

Taglio di 25 cent al litro (ma non solo): tutte le novità in arrivo dopo il nuovo decreto del governo Draghi

Il taglio del prezzo di benzina e gasolio alla pompa è di 25 centesimi, almeno fino alla fine di aprile, grazie al decreto varato dal governo. La  misura che riduce le accise che incidono sui prezzi energetici è temporanea perché "le fluttuazioni ora sono tali che impegnarsi troppo a lungo potrebbe diventare controproducente. Si va su periodi brevi e poi ci si organizza in tempo reale vedendo i contratti forward", ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

Il taglio di 25 cent al litro e le altre misure

Doveva essere appena 8,5 centesimi al litro il taglio sui carburanti ma si è arrivati a 25 centesimi, ovvero al triplo. Secondo l'ipotesi iniziale il taglio delle accise su benzina, gasolio e gpl doveva valere appena un mese, mentre in realtà si arriverà a fine aprile. Ma nel caso verrà poi prorogato. La spesa iniziale era di 308 milioni, corrispondenti all'extragettito Iva dell'ultimo trimestre 2021, in questo modo si viaggia attorno al miliardo. Il taglio resterà in vigore fino alla fine di aprile. Per allora Draghi è convinto che il prezzo scenderà.

Oltre a questo il decreto, varato venerdì sera, introduce una norma a favore dei pendolari prevedendo la possibilità che le imprese private cedano gratuitamente sino a 200 euro di buoni benzina o titoli analoghi destinati all'acquisto di carburanti senza che questi concorrano alla formazione del reddito.

Per il caro carburanti sono stati poi stanzianti 195 milioni a favore di agricoltura e pesca con un credito d'imposta pari al 20% della spesa sostenuta nel primo trimestre del 2022. Altri sostegni sono stati previsti per l'autotrasporto: stanziato un fondo da 3-400 milioni per aumentare lo sconto già in essere per questo settore sul gasolio, incrementare gli sconti sui pedaggi e rifinanziare "Marebonus" e "Ferrobonus". 

Per il settore dell’autotrasporto arriva quindi un pacchetto di misure che prevede lo stanziamento di 20 milioni per ridurre il costo dei pedaggi autostradali, una clausola di adeguamento dei contratti in caso di rincari eccessivi e l’esonero dal versamento dei contributi Art (Autorità di regolazione dei trasporti). La clausola di adeguamento al costo del carburante prevede, "sulla base delle variazioni intervenute nel prezzo del gasolio da autotrazione a seguito delle rilevazioni mensili del ministero della Transizione ecologica, l’adeguamento del corrispettivo qualora dette variazioni superino del 2% il valore preso a riferimento al momento della sottoscrizione del contratto stesso o dell'ultimo adeguamento effettuato". Il settore non dovrà versare il contributo dovuto per il funzionamento dell’Autorità di regolazione dei trasporti.
Misure per i pescherecci schiacciati dal caro carburanti

C'è anche un credito d’imposta del 20% della spesa per l’acquisto di gasolio sostenuta dai pescherecci schiacciati dal caro carburanti e spesso costretti nelle ultime settimane a restare nei porti per i costi eccessivi. Ma arriva anche l’autorizzazione a utilizzare il digestato prodotto dagli allevamenti (in particolare bovini) come fertilizzante dei suoli in un’ottica di economia circolare. Soluzione individuata per sostituire i fertilizzanti di sintesi attualmente di difficile reperibilità perché prodotti in buona parte nelle aree coinvolte dalla guerra in Ucraina. Sono due delle principali novità indicate nella bozza di entrata del decreto “taglia prezzi” con cui il Governo punta a sostenere le imprese agricole e della pesca messe in crisi dall’esplosione dei costi produttivi.

Prevista anche la rinegoziazione dei mutui agrari fino a un massimo di 25 anni, assistita dalla garanzia Ismea, e il rifinanziamento (35 milioni per il 2022) del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura.

Il caso accise è meno semplice di quel che sembra

Come mai la benzina è aumentata così tanto? C'entra la guerra, ma non solo. Infatti a gennaio l’invasione russa in Ucraina era uno scenario lontanissimo ma il prezzo della benzina aveva già cominciato la sua scalata. E a notarlo, oltre agli automobilisti e ai trasportatori, sono state anche le casse pubbliche: che nel primo mese dell’anno ha visto arrivare dalle accise sui carburanti 1,13 miliardi, cioè il 23,5% in più del gettito prodotto 12 mesi prima. L'Italia ha la componente fiscale tra le più alte in Europa, con accise e IVA che pesano per il 55% sul prezzo al consumo della benzina e per il 52% su quello del gasolio.

Le accise sono sempre al centro del dibattito, ma farle calare è meno semplice di quanto si creda. La prima ragione è che le accise sugli autotrasportatori sono già al minimo, e anzi l’alleggerimento fiscale su questo gasolio è il più ricco fra i "sussidi ambientalmente dannosi" che in tempi recenti anche se resi archeologici dall’impennata inflattiva sono stati più volte nel mirino delle proposte di taglio per accelerare la transizione "verde". Esiste anche un problema di coperture. Perché alla finanza pubblica non basta prevedere un’impennata del gettito per coprire nuovi sconti fiscali. Anche questa mossa ha bisogno del nuovo Def, atteso in consiglio dei ministri a fine marzo o inizio aprile.

Fonte: Today.it

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