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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Italia spaccata in due dalla Tav: il Pil cresce dove passa l'alta velocità

A dirlo è uno studio realizzato dal'Università Federico Secondo di Napoli, che ha calcolato come nelle città collegate con l’alta velocità il pil sia cresciuto 7 punti e mezzo di più rispetto a quelle non collegate

La crescita economica del nostro Paese passa anche, e soprattutto, dalle infrastrutture. E tra queste un posto in prima linea lo guadagna la Tav. È questa la principale conclusione a cui si arriva leggendo i dati della ricerca realizzata dall'Università Federico II di Napoli. Lo studio correla il prodotto interno lordo delle città d'Italia alla presenza delle stazioni ad alta velocità.

Tav e crescita del Pil

Nell'ultimo decennio le 12 città collegate dai treni Tav, tra cui c'è anche Brescia, hanno visto crescere il proprio Pil di 7,5 punti in più rispetto a quelle non collegate. I centri toccati dall'alta velocità, e situati nelle regioni dove il reddito pro capite è sopra la media, hanno registrato un aumento addirittura del 10 %, mentre nelle città distanti oltre 2 ore dalle stazioni Tav la crescita è stata decisamente inferiore (3%).

Nelle regioni meno prospere il divario è ancora più ampio: le città collegate alla Tav sono cresciute dell'8%, le altre dello 0,4%. Un'ulteriore conferma arriva analizzando i dati dei centri distanti un'ora da un scalo dell'alta velocità: qui la crescita è di 8 punti percentuali nelle regioni ricche, e di 6 in quelle povere.

Sulla base delle studio, completare la rete di alta velocità significa quindi aumentare, e in maniera notevole, il numero di persone che vivono a distanza di massimo un'ora dagli scali Tav: si passerebbe dall'attuale 51% al 76%. Non solo: il 100% della popolazione vivrebbe a non più di due ore di distanza da una stazione Tav.

L'impatto ambientale

Nel 2017 si sono registrati 43 milioni di spostamenti con i treni ad alta velocità, il 40% dei quali sono nuovi: la Tav ha contribuito a diminuire il traffico areo (23%), stradale (21%) e pure quello della ferrovia tradizionale (16%).

Tav Brescia - Verona

Tra le opere in corso di realizzazione c'è - lo ricordiamo - il tratto che collegherà Brescia a Verona: in tutto 45,4 chilometri, 30 dei quali in parallelo all'autostrada A4 e 8 in allineamento alla linea ferroviaria. Nel dettaglio, saranno 23,4 km in rilevato, 6,5 in trincea, 0,9 su viadotto, 16,8 in galleria (10,2 naturali e 6,6 artificiali): solo nel Bresciano sono previsti tunnel a Lonato e Calcinato. In tutto, saranno realizzati 15 cavalcavia.

L'opera è commissionata da Rfi, Rete ferroviaria italiana, e realizzata dal consorzio Cepav due, costituito nel luglio del 1991 e che ne è il General contractor. In tutto costerà 2 miliardi e mezzo di euro e due lotti sono già stati finanziati. Il percorso della Tav, ricordiamo, partirà da Mazzano e attraverserà Calcinato, Lonato, Desenzano, Pozzolengo, Peschiera, Castelnuovo, Sona e Sommacampagna, fino alle porte di Verona.

Al via i lavori per la maxi-galleria di Lonato

A breve partiranno anche i lavori per la lunga galleria sotterranea, da 7,5 km, che da Lonato sbucherà a Desenzano: la più lunga e complessa da realizzare. È stata presentata almeno un'offerta per l'appalto da ben 205 milioni di euro per costruire il tunnel naturale che richiede almeno 3 anni di lavori per essere completato. Per l'intera opera ci vorranno invece 81 mesi, poco meno di sette anni.

Entro la fine di febbraio, massimo i primi di marzo, arriverà ed entrerà in azione la maxi-talpa cinese che Cepav due ha acquistato per scavare la galleria: si tratta di una fresa meccanica a piena sezione, in inglese Tunnel boring machine (da cui la sigla Tbm), con diametro di oltre 10 metri e lunghezza complessiva di 155 metri, per un peso di 1.800 tonnellate (per intenderci, l'equivalente di quattro aerei Boeing 747 a pieno carico).

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