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Angelo, Massimiliano, Ahmed: quando il lavoro è una strage, ma nessuno si indigna

L'editoriale

Ahmed Sattaoui, operaio e papà di due bambini; Amos Turla, operaio di 61 anni; Massimiliano Faro, sposato e padre di due giovani figli; Angelo Baresi, operaio di 51 anni, morto folgorato mentre stava lavorando in un cantiere... dovrebbero essere nominati uno a uno, come le vittime di una strage, i morti sul lavoro nella nostra provincia. Perché di strage si tratta, con un decesso ogni 21 giorni: in 9 mesi il conto è arrivato a 14, già uno in più rispetto al 2018. 

Numeri allarmanti e in continua crescita: invece che progredire, il nostro paese fa un passo indietro anche da questo punto di vista. Brescia, purtroppo, è maglia nera di tutta la Lombardia. Peggio persino di Milano: pensando alla differenza di abitanti e di persone attive nel mondo del lavoro, il dato appare ancora più terribile.

Bisognerebbe investire in corsi di formazione e sulle tecniche di sicurezza, soprattutto in settori ad alto rischio com'è quello edile, che nel Bresciano la fa da padrone. Ma sono soldi che non portano profitto e non portano votanti alle prossime elezioni, meglio riservarli per i presepi da far costruire nelle scuole. Rispettare tutte le normative diminuirebbe poi la produttività: camminare imbragati, aspettare il muletto per scaricare un manufatto troppo pesante, posizionare tutta la cartellonista lungo la strada, attendere che sia staccata la corrente prima di una gettata. Non c'è tempo perdere, il tempo è denaro e più lavoro c'è dentro quel tempo, più alto è il profitto.

Che continuino allora i funerali, che i figli restino senza un padre o una madre: per dar loro da mangiare, hanno dovuto pagare con la propria vita. Un prezzo troppo alto, ma niente cash, 'solo' dal punto di vista umano: così nessuno si indigna, nessuno scende in strada a protestare, nessuno ferma più la fabbrica. Bisogna tenersi stretto il posto, poi magari ce lo ruba un immigrato. E perchè mai disturbare su in alto, quando il proprio giardinetto di casa è al sicuro? Guarda fuori, c'è una lunga fila di disoccupati: avanti il prossimo.
 

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