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Attualità Via XXV Aprile

"Se hai fame prendi brioche e panini": Cristina, la barista che non si scorda degli ultimi

Ogni sera Cristina, 37enne bresciana d'adozione, lascia fuori dalla caffetteria che gestisce alcuni sacchetti con il cibo avanzato durante la giornata. Il suo desiderio è creare una mappa dei locali che la imitino, ma per ora nessun commerciante sembra intenzionato a seguirla

Da adolescente era una dei tanti invisibili che popolano le strade della Romania. Ha provato sulla sua pelle cosa significa combattere ogni giorno per cose che quasi tutti danno per scontate: cibo, vestiti da indossare e un letto in cui dormire.  Ora che gestisce un bar a due passi da salotto buono di Brescia (viale Venezia) Cristina Georgiana Vlad,  37enne bresciana d’adozione, ha trovato un modo per garantire un minimo di assistenza agli invisibili che popolano il parco di via XXV Aprile, su cui si affaccia la caffetteria ‘Zerotrenta’. 

Un’idea molto semplice e non originale, come lei stessa ammette: “L’ho copiata da un bar del mio paese d’origine”. Due i vantaggi: evitare di buttare ciò che resta quando si abbassa la serranda del bar mettendolo a disposizione di chi ha fame. La modalità è semplice: prima di tornare a casa ripone alcuni sacchetti su una panchina che si trova di fronte alla vetrina del suo locale, all’interno ci sono panini e brioche avanzate, che altrimenti finirebbero nella spazzatura.

"Se hai fame, prendi"

"Se hai fame, prendi" scrive la barista su ogni sacchetto che lascia all'esterno della caffetteria da circa un mese, rischiando pure di essere multata. Ma a lei non importa. Cristina non ha paura, non l’ha mai avuta: prima girava, di notte, per le strade di Brescia dove trovano rifugio i senzatetto per consegnare abiti, coperte e cibo. Lo faceva da sola, cercando e guardando dritto negli occhi coloro che la maggior parte delle persone si sforza di evitare.  I sacchetti fuori dal suo bar spariscono in mezz’ora, a ritirarli sono mani che la barista conosce bene: “Sono sempre le stesse persone, che passano la notte nella casetta dei bambini che c’è nel parco. Spesso vengono a trovarmi anche al bar, per ringraziarmi e scambiare due chiacchiere” ci dice Cristina, che gli invisibili - tutti italiani - li chiama per nome.  

A muoverla è solo il desiderio di aiutare chi vive per strada, per questo ha evitato e rifiutato ospitate in tv, comparsate in programmi di intrattenimento e persino partecipazioni a reality. La sua iniziativa ha infatti suscitato un cospicuo clamore mediatico:

“Per settimane giornalisti e operatori televisivi hanno preso d’assalto il mio bar: volevano riprendere le persone che venivano a ritirare i sacchetti, ma ho sempre cercato di impedire che accadesse - ci spiega -. Tante trasmissioni delle reti televisive nazionali mi hanno invitata, mi hanno addirittura offerto di partecipare all’Isola Dei Famosi (reality Mediaset), ma io ho sempre rifiutato perché mi avrebbero solo strumentalizzata. Io ho passato questo inferno quando avevo solo 14 anni e so cosa significa vivere ai margini: non si può approfittare e trarre vantaggio da una situazione così drammatica.”

Il progetto Cartina Brescia Solidale

Il suo unico desiderio è quello di essere seguita, copiata imitata e per questo ha creato il progetto ‘Cartina Brescia Solidale’, una sorta di mappa della città che raccoglie i bar e i negozi che a fine giornata lasciano gli avanzi fuori dai locali: “Perché finché sarò la sola a farlo non cambierà niente”.

Nessuna attività della città, finora, ha però aderito: “Sull’onda dell’eco suscitato dall’iniziativa due ristoranti mi avevano contatta, ma poi si sono tirati indietro: non vogliono rischiare di prendere multe. Per questo ho fissato un incontro con l’assessore ai servizi sociali del comune di Brescia, per raccontargli il mio progetto e capire quali sono i rischi per chi volesse aderire.”

Una goccia nel mare? Non del tutto: una panetteria di Bergamo e un’altra attività di Santa Lucia del Piave (Treviso) hanno deciso di emulare Cristina. Non solo, qualcosa pare muoversi: “I miei clienti e pure chi abita in zona mi aiuta e mi sostiene, portando coperte e vestiti che lascio fuori dal bar insieme ai sacchetti con il cibo avanzato. All’inizio temevo la reazione dei vicini, ma poi oltre a commuoversi si offrono costantemente per portare ciò che a loro non serve”, spiega la barista che oltre a tanti apprezzamenti ha ricevuto anche parecchi messaggi di insulti sui social. La sua colpa: aiutare chi si vorrebbe solo dimenticare. 

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