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La sfinge testa di morto è stata avvistata nel Bresciano

Non se ne vedeva una da quasi 10 anni

Da quasi 10 anni non se ne vedeva una: è la cosiddetta "sfinge testa di morto", così chiamata perché sulla "schiena", con un po' di fantasia, sembra quasi abbia disegnato un teschio (scatenando nei millenni il più immaginifico accompagnamento: tra i più recenti anche nel film "Il silenzio degli innocenti"). Lo scrive Bresciaoggi: la celebre sfinge, che mancava in provincia almeno dal 2013, è stata "ufficialmente" avvistata a Coccaglio e Bovegno. Nome scientifico Acherontia atropos, la sfinge testa di morto è un lepidottero, meglio ancora una falena. Come tale cresce e si sviluppa come bruco (stadio larvale), per poi diventare crisalide e infine farfalla.

Notizie di avvistamenti sono stati segnalati, in questi ultimi mesi, in diverse zone d'Italia: non solo al Nord, da Rovigo a Bologna, ma fino alla Calabria, dove pare che la sfinge non si facesse vedere da quarant'anni. C'è chi dice sia un buon segno, sintomo di una riduzione dell'inquinamento: ma c'è anche chi invece sottolinea come possa essere un problema di global warming, ancora il riscaldamento globale. Si vedrà: ai posteri l'ardua sentenza.

La sfinge testa di morto

La sfinge testa di morto, riferisce il Wwf, è una falena appartenente alla famiglia delle Sphingidae. Così chiamate perché, allo stadio di bruco, questa falena è capace di sollevare la parte anteriore del corpo assumendo una posizione che assomiglia vagamente a quella della sfinge greca o egiziana. L'espressione "testa di morto", come detto, è dovuta al tratto più caratteristico di questa falena: sul lato dorsale del torace spicca una macchia biancastra, con due puntini neri, che ricorda la forma di  un teschio.

Si tratta di una specie paleotropicale, presente in Africa ma anche nel Mediterraneo: sono questi i suoi luoghi preferiti, ma raggiunge anche l'Asia occidentale. Il suo areale ha come confine orientale il Kuwait e l'Arabia Saudita, a ovest invece fino alle isole Canarie e Azzorre. Da maggio a settembre hanno luogo le migrazioni che portano gli animali in Europa, anche fino alla Scandinavia. Il limite settentrionale dell'areale si è spostato più a nord per via del carattere più mite degli inverni.

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