Disastro aviaria sul lago di Garda: centinaia di gabbiani morti in pochi giorni
Le prime segnalazioni a Desenzano
Più di 150 a Desenzano, più di 100 a Manerba, almeno 50 a San Felice, altrettanti tra Moniga e Padenghe, a decine anche nell’Alto Garda: tante le carcasse di gabbiani morti recuperati solo negli ultimi giorni. E’ il bilancio (provvisorio) dell’epidemia di influenza aviaria che è arrivata anche sul lago: confermato il ceppo H5N1, ovvero quello a più alta patogenicità (HPAI). L’autorità sanitaria e gli stessi Comuni raccomandano la massima attenzione: il rischio per la popolazione resta basso, ma i volatili e gli animali morti non devono essere toccati o maneggiati. E’ necessario invece allertare subito gli enti preposti: Ats, Polizia Provinciale, Polizia Locale, i municipi.
Cosa succede sul Garda
Le prime segnalazioni ormai un paio di settimane fa. A Desenzano ne vennero individuati una decina nella zona della darsena Lepanto: il primo a trovarli fu Enzo Fattori, del gruppo ecologista Racmen, che ha subito segnalato la cosa al WWF Bergamo-Brescia, che a sua volta ha allertato le autorità. Nei giorni seguenti, a Desenzano, ne sono state trovate a decine e decine e in tutto il territorio comunale: dal Vò al lungolago, dalla Zattera alla Madonna della Villa a Rivoltella.
Ora l’epidemia sembra essersi spostata più a nord: in questi giorni i ritrovamenti di carcasse si sono concentrati soprattutto a Manerba (queste le zone interessate: San Sivino, Pisenze, Torchio, Romantica, isola dei Conigli) e San Felice (Baia del Vento, Gardiola e porto), ma anche a Padenghe (già 35 le carcasse recuperate) e a Moniga (circa una decina).
Le indicazioni di Ats
Il primo caso di aviaria confermato è stato segnalato a Toscolano Maderno: pochi giorni dopo è arrivata la conferma anche su alcuni volatili raccolti a Desenzano. “Sono numerose - fa sapere Ats in una nota - le positività ad influenza aviaria ad alta patogenicità, da H5N1, riscontrate nelle regioni del Nord Est (Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna) in volatili selvatici, tra le quali rientrano i recenti casi di mortalità nei gabbiani sulle rive del lago di Garda. Il rischio per la popolazione è da ritenersi basso. Ma è opportuno tuttavia raccomandare, senza alimentare allarmismi, di evitare il contatto diretto con animali selvatici, in particolare nel caso appaiano malati, moribondi o siano deceduti, e di non provvedere autonomamente all’accudimento, raccolta o smaltimento delle carcasse. Le segnalazioni di mortalità anomala devono essere fatte alla Polizia Provinciale e alla Ats competente per territorio”.
Ma in caso di eventuale contatto? “Lavarsi accuratamente le mani e lavare ad alte temperature (60 gradi) gli indumenti entrati in contatto con potenziali fonti di contaminazione, oltre ad evitare contatti con pollame d’allevamento nei tre giorni seguenti”.