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Non solo Mille Miglia: il progetto MITE e la Secchia Rapita

Nel marzo scorso la partecipazione di Patrizia e Oscar alla Secchia Rapita di Modena: lei è solo un’appassionata, lui un navigatore non vedente. La storia del Progetto MITE a pochi giorni dalla 1000 Miglia

Quasi due mesi dopo, e non può essere solo una coincidenza, la Mille Miglia che prende il via da Brescia a Roma praticamente a 60 giorni dall’edizione 2013 della Secchia Rapita, gara organizzata dalla Scuderia Historica di Modena e che si è svolta proprio nel capoluogo modenese il 16 e il 17 marzo scorso. Una corsa che rientra nell’ambito del Campionato Torri&Motori e che quest’anno si è legato a filo doppio al Progetto MITE, un’idea nata nel 1998 grazie a Gilberto Pozza.

MITE come “insieme”, in quattro lingue diverse per formare un acronimo, Miteninander, Insieme, Together, Ensemble, un progetto unico al mondo e che offre l’opportunità a persone ipovedenti e non vedenti di partecipare, come navigatori, a gare di rally internazionali e nazionali, a o a gare di regolarità. L’importanza del Progetto sta proprio nel fatto che i non vedenti sono realmente inseriti nel mondo dell’automobilismo, e gareggiano al pari degli altri equipaggi comparendo nella classifica generale. Infatti, a differenza di tutti gli altri sport, non necessitano di una graduatoria a sé stante: leggendo il road book ingrandito o in braille ipovedenti e non vedenti svolgono concretamente il ruolo di navigatori, condividendo gioie e dolori, vittorie e sconfitte, insomma la responsabilità di ogni azione compiuta.

A Brescia al Trofeo AIDO di Gardone, il Revival Lago di Garda, appena più in là la 555 Minuti di Bardolino, oppure la Circuito di Cremona, la Coppa dei Fiori di Sanremo, all’estero il Silvretta in Austria o il Sachsen Classic in Germania. E quest’anno, appunto, la Secchia Rapita di Modena. Con qualcosa di diverso, o almeno in parte. Insolito non è stato il navigatore non vedente, quell’Oscar Savoldelli che si è già fatto conoscere, e in coppia ha vinto anche lo Snow Trophy 2013, l’insolito si chiama Patrizia Barbaro che non è una regolarista incallita ma solo “un’appassionata di questo strano mondo”.

Da 25 anni lavora come insegnante di sostegno ai bambini disabili, nel 1987 si è specializzata con una tesi di laurea scritta in braille. Si avvicina alla Secchia, si interessa, non ha un navigatore: qui arriva il MITE, l’equipaggio è fatto, la Secchia Rapita pure. Storie di ordinario automobilismo, con qualcosa in più. Raccontato in un diario di bordo, diverso dalle solite cronache di gara ma sicuramente interessante, perché quando il punto di vista cambia anche l’esperienza diventa un’altra cosa.

“Ho assaporato il gusto della vera passione – racconta Patrizia nel suo diario – Ho dato un valore aggiunto alla mia vita, a 360 gradi. Nessuna corsia preferenziale, nessuna agevolazione. Solo due amici a braccetto che hanno condivisi momenti di vita quotidiana, non comuni a tutti”. Poi arriva la Mille Miglia, ma questa è tutta un’altra storia.

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