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Matteo Del Re, il rugbista che ha preso a spallate il tumore

Matteo Del Re, capitano della Bassa Bresciana rugby, ha giocato la partita più difficile della sua vita lottando contro un tumore. Sconfitto l'avversario più subdolo, in tempi da record, la prossima domenica tornerà a guidare la sua squadra.

Per  l'anagrafe di Verolavecchia è Matteo Del Re. Per i compagni di squadra il capitano. Per gli amici semplicemente "John",  soprannome dovuto alla passione viscerale per i trattori John Deere. Domenica 5 ottobre avrebbe dovuto e  voluto essere in campo a guidare la propria squadra,  al debutto in serie B, e godersi la nuova classe acquisita a suon di mischie. Ma non c'era. Il pilone destro del Bassa Bresciana rugby, a soli 25 anni, ha dovuto fronteggiare un avversario subdolo e prima d'allora sconosciuto: un tumore al testicolo. Una neoplasia molto rara, che colpisce soprattutto i giovani.

La diagnosi è arrivata poco prima del primo fischio inaugurale della stagione e “John” ha messo via scarpette e paradenti per concentrare tutte le attenzioni sull'unico nemico da sconfiggere. La battaglia in prima linea  si è spostata dal campo da rugby al reparto di oncologia del Civile di Brescia. La grinta e la tenacia sono, però, rimaste intatte e lo hanno aiutato a vincere anche la partita contro il tumore.

Non ho mai avuto paura e ho trattato la malattia come fosse uno dei rivali che incontro in campo – racconta Matteo -.  Ho lottato con tutte le mie forze e ho fatto di tutto per ottenere la vittoria più importante della mia vita: quella contro il tumore. Non potermi allenare e giocare mi è pesato moltissimo, come non poter guidare il trattore (Matteo fa l'agricoltore di professione ndr) – ma proprio la voglia di  tornare sul campo mi ha dato la forza di combattere. Fondamentale è stato, anche,  il sostegno che ho ricevuto dai miei compagni e da tutta la società. Non potendo fare attività fisica mi hanno affidato alcuni compiti organizzativi e così, anche se da bordo campo, ho potuto dare anch'io il mio contributo.  Non è stato facile, comunque, vedere gli altri che giocavano e non poterli aiutare da vicino. Mi è mancato tutto: i lrumore dei tacchetti sul cemento, il sudore sulla fronte, gli abbracci dei compagni.”

Asportato il tumore e superata la chemioterapia, Matteo ha ripreso da poco ad allenarsi e la prossima domenica è pronto per tornare a calcare il prato di Leno. Un' apparizione breve, ma significativa, per dire a tutti: “ce l'ho fatta”.

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