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Primo Maggio e Coronavirus: "L’abbraccio ai lavoratori che non ci sono più"

Riproponiamo un corteo virtuale con i protagonisti del corteo reale che purtroppo non ci sarà: la sicurezza sul lavoro e le tematiche sociali al centro del dibattito

Nei tempi in cui si vive sia la Storia che la Tragedia, sarà un Primo Maggio inedito anche a Brescia: per la prima volta niente corteo, niente comizi. Ma lampi di solidarietà nel rispetto delle norme sanitarie, il sostegno alle famiglie in difficoltà, l’immancabile dedica ai lavoratori nel giorno della loro festa, il giorno che ricorda la lunga storia delle lotte internazionali che hanno portato l’orario di lavoro da 16 a 8 ore, una delle più grandi conquiste di civiltà della società umana. Nel pieno della pandemia, qual è il significato del Primo Maggio? Quale il senso della lotta? Abbiamo provato, in queste righe, a ricostruire anche se a distanza il corteo che solo un anno fa riempiva le strade e le piazze con migliaia di persone.

Brescia: più di 4000 persone al corteo del Primo Maggio

I rappresentanti dei sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil) saranno comunque in piazza: in pochi e a distanza di sicurezza, prima per un omaggio ai caduti di Piazza Loggia, poi davanti al Civile per celebrare tutti i lavoratori della sanità, soprattutto quelli non ci sono più. Lo spezzone antagonista del Magazzino 47 rilancia con una manifestazione virtuale: musica, video e dibattiti sui canali del centro sociale in collaborazione con diverse realtà del Nord Italia, tra le più colpite dalla pandemia. Il Circolo operaio di Lotta Comunista continua la sua attività di volontariato, con la consegna a domicilio di farmaci e generi alimentari, in collaborazione con i Servizi sociali.

I sindacati

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“Vorremmo dedicare questo Primo Maggio a tutti i lavoratori che hanno sempre lavorato, e che per questo si sono ammalati o hanno perso la vita, negli ospedali, in fabbrica, nei supermercati – spiega Francesco Bertoli, segretario della Cgil bresciana – ma anche a quelli che non hanno potuto lavorare, quelli che hanno perso il lavoro o che lo perderanno, i disoccupati. Mai come ora bisogna parlare di sicurezza, perché da questa vicenda emerge quanto sia sempre stata un punto centrale, e oggi ancora più fondamentale, da cui non si può prescindere. Anche il prezzo pagato dai lavoratori della sanità è stato troppo alto”.

“Dobbiamo stare molto attenti quando si parla di ripartenza, tenere alta l’attenzione – incalza Bertoli – La nostra battaglia sarà di mantenere gli standard di sicurezza sanitari, e dovremo farlo per mesi: i protocolli di sicurezza dovranno essere sempre rispettati, non basta farsi belli solo la prima settimana. Certo abbiamo più possibilità di controllo nelle aziende sindacalizzate, nelle piccole imprese sarà più difficile: i problemi c’erano ancora prima della chiusura, ci saranno anche dopo. E non sappiamo come sarà domani, in vista di una crisi annunciata: di certo ci aspetta un lungo periodo di lotte di difesa per il mantenimento del posto di lavoro”. 

Dal 4 maggio, intanto, riparte anche l’Iveco: entro la settimana successiva saranno 1.700 i dipendenti che torneranno al lavoro. “Già l’ingresso sarà un problema, quando si parla di turno unico – chiosa il numero uno della Cgil Brescia – ma il vero test sarà sui trasporti, una questione di cui si parla ancora troppo poco. Solo dalla Valcamonica scendono due pullman pieni di operai: stiamo aspettando chiarimenti su come la cosa verrà gestita dalle società di trasporto”. 

Gli antagonisti

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Online ci sarà spazio per la musica (Ska-p, Punkreas, L’invasione degli Omini Verdi, Garrapateros e altri) ma anche per la riflessione, con le testimonianze di lavoratori e attivisti dalle zone più colpite dal Coronavirus. “Tutti insieme, anche se a distanza, per ribadire quello che diciamo da sempre – spiega Michele Borra del Magazzino 47 – e cioè che non vogliamo ripartire e tornare alla normalità, perché è la normalità il vero problema. L’emergenza sanitaria ha messo a nudo in maniera violenta e drammatica quello che non va nella società in cui viviamo. A partire dai tagli e la privatizzazione della sanità di cui la Lombardia è il modello, e i cui risultati si vedono nei numeri tragici di queste ultime settimane”.

“Sarà occasione per denunciare il comportamento criminale delle varie associazioni industriali – attacca ancora Borra – anche nei nostri territori, dove per due mesi tantissime fabbriche non hanno chiuso, e altre riaprono troppo presto, quando i dati sul contagio non dovrebbero permetterlo. Tutte le decisioni sono state prese per assecondare gli industriali, mettendo ancora una volta il Pil e il profitto davanti alla salute delle persone”. Il pensiero va ai lavoratori, precari e disoccupati, “ma anche alle condizioni dei migranti senza documenti, per cui chiediamo un’immediata regolarizzazione straordinaria, per garantire a tutti li diritto alla salute”.

Primo Maggio virtuale anche sul lago di Garda. “La crisi che sta maturando da questa pandemia – aggiunge Alessandro Scattolo del Collettivo Gardesano Autonomo – avrà pesantissime ripercussioni economiche, che il padronato ovviamente scaricherà sulle condizioni dei lavoratori. Stiamo vivendo una fase di transizione, in cui è necessario che i lavoratori si organizzino per rispondere alla reazione del padronato, con l’appoggio dello Stato. La questione del lavoro si lega inevitabilmente alla questione della casa: se viene meno il salario viene meno anche la possibilità di pagare l’affitto. Per questo servono misure straordinarie e nuove case popolari”.

Il Circolo operaio

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Il Circolo operaio anche il Primo Maggio proseguirà nell’attività di volontariato e consegna a domicilio di farmaci, spesa e beni di prima necessità alle persone sole, anziane o in difficoltà, come ormai da settimane e in accordo con i Servizi sociali e altre associazioni della città. Ma la solidarietà arriva anche in fabbrica: “Insieme a un gruppo di lavoratori dell’Iveco – spiega Davide Bertoli, operaio e delegato sindacale – abbiamo rifornito di generi alimentari il punto di raccolta della cooperativa Cauto, che li consegnerà poi alla popolazione più povera di Brescia”.

Non mancheranno le coccarde rosse, e le idee ben chiare. “A tutti rivolgiamo l’appello ad unirsi alla lotta politica – si legge sul volantino del Primo Maggio – Siamo nel pieno di una pandemia globale che si sta avvitando in una recessione profonda. Il nuovo Coronavirus, incurante di ogni frontiera, è arrivato in ogni parte del mondo, e ha messo sotto pressione i sistemi sanitari, sociali ed economici anche dei Paesi più avanzati. In un’epoca di accentuata rivalità tra Stati la crisi ha svelato l’operare di una divisione internazionale del lavoro che mostra tanto le grandiose potenzialità dell’umanità quanto la fragilità e la ferocia dei rapporti di produzione su cui poggiano”.

“Il cinismo del profitto immediato – questa la chiosa del Circolo operaio – ha messo in condizione di rischio molti lavoratori nelle fabbriche, costretti perfino a scioperare per avere minime condizioni di sicurezza. In questa severa emergenza i Circoli operai di tutta Italia ed Europa sono stati un presidio attivo e prezioso di solidarietà, in tantissime forme. Ma non ci basta. Il nostro impegno mira a obiettivi ben più grandi: una specie umana liberata dalla divisione in classi e Stati. Sarà questa una lotta ben più lunga e impegnativa, ma è proprio la storia del Primo Maggio a dimostrare che anche gli obiettivi più ambiziosi possono essere raggiunti”. 

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