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Zone rosse a Orzinuovi e a Bergamo: l'allarme inascoltato dei medici

L’Istituto superiore di Sanità suggeriva nuove zone rosse anche a Orzinuovi e in provincia di Bergamo, già il 2 marzo scorso: una proposta inascoltata

Non solo zone rosse a Codogno e nel Lodigiano per fermare l’epidemia: visto il diffondersi del contagio sarebbe stato necessario chiudere e isolare anche i paesi di Alzano Lombardo e Nembro, in provincia di Bergamo, e Orzinuovi in provincia di Brescia. Questo è quanto suggeriva l’Istituto superiore di sanità in una nota (riservata) del 2 marzo scorso, poi ribadita e arricchita di dettagli e prescrizioni anche il 5 marzo successivo, come riferisce Tpi, The Post Internazionale.

Erano i giorni dei bar e ristoranti che avevano riaperto, delle lunghe passeggiate in centro con il sole di una primavera anticipata. Ma erano anche i giorni in cui a Orzinuovi e nella Bergamasca il Covid-19 cominciava a mietere le prime vittime, e a diffondersi sempre più rapidamente tra la popolazione residente.

La nota dell'Istituto superiore di sanità

Da qui la nota dell’ISS che, si legge ancora su Tpi, evidenziava “l’incidenza di contagi da Covid-19 nei Comuni bergamaschi di Alzano Lombardo e Nembro, e anche in quello bresciano di Orzinuovi, raccomandandone l’isolamento immediato e la chiusura, con la creazione di una zona rossa come quella di Codogno”.

Il resto è storia, purtroppo: l’ulteriore zona rossa non è mai stata attivata, si è arrivati nei giorni successivi alla “zona arancione” che riguardava prima tutta la Lombardia e poi tutta l’Italia, infine a modifiche e ulteriori decreti, il braccio di ferro per la chiusura delle fabbriche (solo in Lombardia nella seconda metà di marzo c’erano ancora 150mila attività aperte, con circa 500mila operai in movimento) e infine le restrizioni più severe degli ultimi giorni (che potrebbero prolungarsi fino al 15 aprile, e oltre).

La situazione in Lombardia e a Brescia

Della nota dell’ISS, riferisce ancora Tpi, era stato informato anche l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, che infatti in conferenza stampa (il 6 marzo) spiegava della “richiesta precisa” fatta al Governo dall’Istituto superiore di sanità: “Tre giorni fa c’era stata una valutazione dell’ISS, anche sulla base dei dati che noi avevamo fornito. Ma prendiamo atto che dopo tre giorni siamo ancora qui, e traetene voi le conseguenze”.

Cosa sarebbe cambiato se si fossero fatte altre zone rosse? Il contagio avrebbe potuto rallentare? A Orzinuovi l’amministrazione comunale aveva in qualche modo anticipato le mosse di Regione e Governo, adottando misure ben più restrittive (compreso l’invito a chiudere bar e ristoranti) prima ancora che arrivassero dagli enti superiori. Gli ultimi dati disponibili confermano 179 casi di positività dall’inizio dell’epidemia, e 41 morti. 
 

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