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La leggenda della Dama Bianca: il fantasma che aleggia nelle stanze del castello

La nobile ragazzina morta a soli 13 anni. La sua storia.

Una misteriosa leggenda: un fantasma aleggia per le stanze del Castello di Padernello, nella Bassa Bresciana. È la storia della Dama Bianca, una figura eterea che ogni dieci anni, il 20 luglio, torna nel suo maniero con in mano un segreto scritto su un libro d’oro, alla ricerca di chi la possa ascoltare. Così scrive la Fondazione Castello di Padernello, l'ente che ha il compito di gestire, recuperare, valorizzare e promuovere il castello e l'antico borgo omonimo, frazione di Borgo San Giacomo.

La storia della Dama Bianca

Nel XV secolo visse Biancamaria, figlia di Caterina Colleoni e del conte e condottiero Gaspare Martinengo, uno degli eredi di Antonio I Martinengo infeudato nel 1443 delle terre di Gabiano (antico nome di Borgo San Giacomo) dalla Repubblica Veneta.

La piccola nacque a Brescia in un castello ormai scomparso, sito in via Palazzo Vecchio. Biancamaria era una ragazzina malinconica, pallida e cagionevole di salute sia nel corpo che nello spirito. Era innamorata della natura, del silenzio e mal sopportava un mondo fatto di violenze, soprusi e angherie, un mondo di uomini d'arme come suo padre. Fu così che si trasferì nell'autunno del 1479 dalla città alla residenza di campagna della famiglia, nel borgo di Padernello. 

Qui trovò vigne, rogge, campagna e boschi. Il 20 luglio del 1480 Biancamaria era a cavalcioni sui merli del maniero. Era sera e vide una piccola magia luminosa, poi un'altra e un'altra ancora; la ragazzina, piena di gioia, credette di potersi librare in aria e unirsi a quelle magiche luci. Così, all'apice della gioia, Biancamaria immolò la sua vita per le piccole lucciole. Aveva solo 13 anni.

La leggenda di Biancamaria

Biancamaria Martinengo, secondo la leggenda, si trasfigura nella Dama Bianca e ritorna, la notte della sua morte, ogni dieci anni, sullo scalone d'onore del suo Castello, vestita di bianco e con in mano un libro dorato aperto contenente il suo segreto. Un segreto che la fa vagare di continuo. La sua storia è raccontata (e bene) anche nel volume “La vera storia della Dama Bianca” di Gian Mario Andrico, pubblicato da Masselli Rodella Editori nel 2003.

Il castello di Padernello

C’era una volta un castello, bellissimo e austero, intorno al quale nacque un borgo rurale. Correva l’anno 1391 nella bassa più bassa della Bassa bresciana. Siamo a Padernello nelle antiche terre gabianesei, ora Borgo San Giacomo. Dopo le prime fortificazioni il maniero, che fu della nobile casata dei Martinengo ramo dei Conti di Padernello o della Fabbrica fino al 1834, fu portato a compimento. 

Nel Settecento, secondo la moda dell’epoca, venne trasformato in villa signorile e assunse la forma che ammiriamo oggi, dal 1861 della famiglia Salvadego Molin Ugoni, Nel 1965 il Castello di Padernello fu abbandonato dell’ultimo suo abitante, il Conte Filippo Molin Ugoni Salvadego. Il Castello venne ricoperto di rovi, esposto al saccheggio e all'incuria umana, nonostante nel 1912 fosse stato definito di alto pregio architettonico e di interesse nazionale da parte del Ministero della pubblica istruzione. 

Tutti si dimenticarono del Castello, ad eccezione di un manipolo di visionari – gli Amici del Castello – che negli anni Ottanta restaurarono l’antica posteria – negozio di alimentari, ora divenuta un'osteria – l'Aquila Rossa, simbolo imperiale dei Martinengo, con l'intento di salvare il maniero e valorizzare il borgo di Padernello. 

Nel 2002 una grande nevicata fece crollare una parte del maniero, le antiche cucine. Saggezza popolare afferma che non tutto il male vien per nuocere e forse la natura voleva destare la coscienza collettiva. E fu così che da allora, grazie alla passione e alla buona volontà di donne e uomini, con un’audace operazione pubblico-privata, si riprese il filo per riannodare la storia di un territorio. Grazie a loro il Castello è nato a nuova vita.

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