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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Telecamere negli asili nido: c'è l'ok della Regione

La commissione sanità della Regione ha dato il via libera al progetto di legge, il 27 novembre il voto finale

È stato approvato mercoledì in III Commissione 'Sanità' del Consiglio Regionale lombardo il progetto di legge 'Iniziative a favore dei minori che frequentano nidi e micro nidi', già illustrato e fortemente voluto dall'assessore alle Politiche per famiglia, genitorialità e pari opportunità Silvia Piani. Il 27 novembre il testo andrà in aula del Consiglio per il voto finale.

"Ringrazio i Consiglieri - dice l'assessore Piani - per gli approfondimenti e per la concretezza dimostrata. Un lavoro importante che va nella direzione di tutelare i nostri bimbi e aiutare famiglie e operatori a vivere con maggiore serenità. I nidi e micro nidi sono essenziali per la crescita dei minori, oltre che un importantissimo strumento di conciliazione tempi famiglia lavoro".

Il provvedimento prevede 300.000 mila euro per sensibilizzare, prevenire, formare e informare operatori e famiglie a disposizione tra il 2018 e il 2019 e 600.000 euro tra il 2019 e il 2020 per chi vorrà installare sistemi di videosorveglianza in via sperimentale.

"Si tratta di un intervento particolarmente significativo - continua l'assessore Piani - visti i numerosi fatti di cronaca accaduti che hanno coinvolto minori, famiglie e strutture educative. Per questo Regione Lombardia ha messo in atto un'iniziativa che vede in prima linea anche il Consiglio".

Una Consulta regionale creata ad hoc, aperta anche i rappresentanti del Tribunale per i minorenni e della Prefettura, e presieduta dallo stesso assessore avrà un compito consultivo e propositivo. Ne faranno parte rappresentanti del mondo sociosanitario, sociale e dei comuni, di cura dei minori e delle direzioni regionali in materia di politiche sociali, sociosanitarie, istruzione, gestione dati e formazione.

"Le situazioni di maltrattamento, sebbene isolate - conclude l'assessore Piani - vanno prevenute. Alle Ats abbiamo chiesto di formare il personale per individuare prima i segnali di disagio, favorire un maggiore scambio di informazioni e un lavoro di rete con protocolli tra organismi pubblici e privati. Definire e divulgare le buone prassi per la corretta gestione di queste segnalazioni assicura poi un'assistenza più adeguata alle vittime e alle famiglie".

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