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Straniera e invalida, residenza negata: sindaco sotto accusa

Il sindaco di Trenzano Andrea Bianchi nega la residenza ad una donna marocchina, da tempo malata e senza lavoro: sul tema l'affondo degli attivisti antisfratto. Il primo cittadino: "Folle pensare di aiutarli tutti"

Aveva già detto di no alla cittadinanza italiana di un marocchino che in Italia ci vive da 20 anni, sposato e con tre figlie nate proprio in terra bresciana. A pochi mesi di distanza ha ripetuto la sua scelta – già ampiamente contestata – negando questa volta il riconoscimento di residenza ad una donna, marocchina anche lei, mamma di un figlio e costretta a casa dal lavoro a causa di una grave malattia.

Il sindaco in questione è Andrea Bianchi, primo cittadino di Trenzano e più volte sotto i riflettori per la sua vicinanza ‘ufficiosa’ con il movimento di estrema destra di Forza Nuova. Come raccontato dallo stesso Bianchi sulla sua pagina Facebook, avrebbe negato la residenza a mamma Rachida perché si sarebbe presentata in Comune “con un contratto di locazione falso e non registrato: dal 3 aprile ad oggi ancora non ha prodotto alcuno dei documenti richiesti”.

La polemica non si è fatta attendere. E la prima replica è arrivata dagli attivisti di Diritti per Tutti e del Comitato provinciale Antisfratti, in ‘campo’ per difendere Rachida e il figlio: rischiavano lo sfratto, poi rimandato grazie al picchetto organizzato pochi giorni fa. “Siamo tornati nel paese del sindaco Bianchi, amico di Forza Nuova – scrivono in un comunicato – che ha negato la residenza a Rachida e a suo figlio col pretesto che il proprietario non ha registrato il contratto”.

La donna avrebbe lavorato in fabbrica “fino a quando si è ammalata e non ha potuto sostenere i turni di notte”. Alla replica segue la controreplica, e proprio del sindaco. “Sulla mia amicizia con Forza Nuova – si legge ancora sul suo profilo FB – dico che, pur non essendo motivo di offesa, preferirei essere riconosciuto come amico degli italiani per bene. Certamente non sono amico di ‘Diritti per Tutti’ né di Magazzino 47”.

Poi sulla residenza negata: “Il giorno che la donna presenterà documenti autentici verrà iscritta esattamente come è accaduto per tutti gli altri richiedenti. Non comprendo comunque il nesso tra la mancata residenza e il mancato pagamento per tre anni dell’affitto. E lo sfratto non l’ha ordinato il sottoscritto, ma un giudice della Repubblica italiana”.

C’è spazio pure per il tema accoglienza: “La signora Rachida non è in Italia per lavorare, vista la sua irreversibile inabilità al lavoro. Ma nonostante questo gli italiani continuano a garantire l’istruzione gratuita per suo figlio, e a sostenere le costose cure per lei. Per pensare di imporre agli italiani per bene di mantenere, istruire e curare tutti gli sfortunati del mondo, bisogna essere folli”. 

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