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Serrata Riva, operai occupano il casello: «Perché paghiamo sempre noi?»

Centinaia di lavoratori in strada per protestare contro la decisione del Gruppo Riva che ha chiuso le fabbriche bresciane di Cerveno, Malegno e Sellero. Ieri mattina il corteo aveva 'occupato' le strade di Breno

Il lungo e orgoglioso corteo degli operai delle acciaierie Riva questa mattina è arrivato in città, al casello di Brescia Centro. Centinaia  e centinaia di lavoratori sono scesi ancora in piazza per protestare contro il ricatto del Gruppo Riva Acciaio che ha ordinato una serrata forzata degli stabilimenti a seguito della decisione della magistratura di bloccare i beni dell’azienda, conseguenza ‘naturale’ della vicenda Ilva di Taranto.

Ieri mattina erano più di un migliaio, dagli stabilimenti di Cerveno, Malegno e Sellero, quelli che hanno occupato le strade di Breno.

Sono infatti quasi 500 i lavoratori bresciani “messi in libertà” e attualmente senza lavoro; più di 1400 invece gli operai degli altri stabilimenti italiani che pagano le scelte arbitrarie del primo gruppo privato dell’acciaio italiano.

Un leitmotiv che si ripete, e potenzialmente strutturale alla società del profitto: queste le conseguenze dell’accumulazione privata della produzione che invece, a questo grado di maturazione economica, è già sociale.

“A pagare sono sempre gli stessi, cioè noi”, commentano amari i lavoratori in protesta, armati di bandiere e slogan. Si registra qualche disagio al traffico, mentre da lontano l’ironico canto che, anno dopo anno e decennio dopo decennio, risulta sempre attualissimo: “Come mai, come mai? Sempre in c… agli operai..”.

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