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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Breno

Serrata fabbriche Riva, a Breno più di 500 operai in piazza

Il corteo comune dei lavoratori degli stabilimenti di Cerveno, Malegno e Sellero segue le mobilitazioni che in tutta Italia hanno coinvolto migliaia di operai: “La serrata padronale è un ricatto inaccettabile”

Erano più di 500 gli operai dei tre stabilimenti del Gruppo Riva in Valcamonica quelli che si sono radunati questa mattina di fronte alla sede della Comunità Montana di Breno, per raggiungere poi in corteo il Comune.

La protesta scende in piazza a seguito della decisione della dirigenza di bloccare tutti i siti produttivi: “Non una scelta ma un atto dovuto”, avrebbero spiegato i vertici dell’azienda, giustificando la decisione come “necessaria contromisura” al sequestro dei beni che la magistratura ha imposto nei confronti del gruppo industriale quale conseguenza dei fatti dell’Ilva di Taranto.

Per i lavoratori, non solo bresciani (la serrata padronale coinvolge in tutto sette fabbriche italiane, per un totale di quasi 1400 operai “messi in libertà”), la scelta della Riva Acciai altro non è che “un ricatto”, a cui “non si deve cedere e si deve rispondere compatti, perché il lavoro e gli ordini ci sono”.

Da Roma intanto la prima garanzia del ministro dell’Economia Flavio Zanonato: “I lavoratori saranno tutelati, anche dall’azienda sono arrivate nuove certezze”. Qualche giorno fa era addirittura paventata l’ipotesi di un commissariamento, come già successo con lo stabilimento di Taranto.

La mobilitazione prosegue, anche nelle tre fabbriche camune di Cerveno, Malegno e Sellero. Per il sindacato intanto, con le parole del segretario lombardo Nino Baseotto, la decisione del Gruppo Riva rimane “gravissima ed inaccettabile”.

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