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Spese pazze, dal sushi alle caramelle: chiesta la condanna per 7 politici bresciani

Le richieste del magistrato a margine dell'inchiesta sulle "spese pazze" di Regione Lombardia: oltre allo stipendio fisso, da 14.000 euro al mese, 56 imputati si sarebbero fatti rimborsare più di 3 milioni

Regione Lombardia, inchiesta sulle spese pazze: chieste condanne anche per sette politici bresciani. Oltre a loro anche Renzo Bossi detto “il Trota”, che venne eletto in provincia di Brescia. Nell'ambito dell'indagine partita da Milano, processo ancora in corso, gli imputati sono addirittura 57: per 56 di loro la pubblica accusa ha chiesto (in totale) 145 anni di carcere.

Nel dettaglio: sotto la lente degli inquirenti ci sono finiti tutti quei consiglieri regionali (molti di loro oggi ex consiglieri) che oltre al sostanzioso rimborso economico a loro consegnato mensilmente dalla Regione (8.500 euro al mese di stipendio, più altri 6.000 tra diaria e spese di missione) si facevano rimborsare di tutto e di più.

Memorabili allora le spese in pasticceria al ristorante, il figlio di Bossi che con i soldi dei rimborsi si sarebbe pagato caramelle, spazzolini, patatine, focacce, iPad (oltre 15mila euro), o l'altrettanto celebre Nicole Minetti, ex igienista dentale, che invece andava pazza per il sushi.

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