Appalto sospetto per l’edificio fuori norma: indagati sindaco e vice
Blitz della Guardia Forestale a Provaglio Valsabbia: sotto sequestro un edificio di proprietà del vicesindaco Ermano Pasini, indagato per abuso d’ufficio insieme al sindaco Marco Venturini e ad un consigliere di maggioranza
Acque agitate, a Provaglio Valsabbia. Dove sindaco e vice risultano essere sotto inchiesta per abuso d’ufficio: nel mirino degli inquirenti un presunto abuso edilizio, volumetrie che sarebbero andate oltre i limiti, la compiacenza del Comune nel rilasciare nuovi titoli abilitativi. Tutto presunto, niente di certo: ma fatto sta che la Guardia Forestale ha posto sottosequestro l’edificio incriminato.
Un tempo era una ferramenta, le intenzioni del vicesindaco Emano Pasini – già presidente della Comunità Montana – sono quelle di ottimizzare la struttura affinché possa ospitare un bar. Il progetto e la direzione dei lavori sarebbero stati affidati ad un professionista già noto all’ufficio tecnico del Comune, i lavori edili invece sarebbero stati affidati all’azienda di un consigliere della maggioranza.
I lavori proseguono spediti, ma con qualche ipotetica violazione. La riqualificazione dell’edificio avrebbe appunto ‘sforato’ le volumetrie previste. Da qui sarebbe nato l’abuso mai sanato, e per cui sono indagate tre persone e tutte riconducibili alla maggioranza di ‘governo’: oltre la vice Pasini anche il sindaco Marco Venturini, e con lui il consigliere titolare della ditta che avrebbe realizzato i lavori. Indagati per abuso d’ufficio.
A prima vista un terremoto politico, la conclusione di indagini che in realtà proseguono da tempo. Il grande accusato, Ermano Pasini, ovviamente si difende: “Se anche se ci fossero state delle irritualità – ha dichiarato a BresciaOggi – rientrano nella sfera delle violazioni amministrative sanabili”.
E Pasini in realtà non è nuovo alle inchieste giudiziarie: nel 2012, quando era stato da poco nominato assessore alla Caccia e alla Pesca della Provincia di Brescia, era stato costretto alle dimissioni perché indagato nell'inchiesta sui rimborsi gonfiati, quando ancora era presidente della Comunità Montana di Vallesabbia.