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Lega: corsa alla Segreteria, è duello Salvini-Bossi

Ammesse in tutto cinque candidature. Fuori Tosi, ma c'è Stucchi

Matteo Salvini e Umberto Bossi, ormai è ufficiale, si contenderanno la segreteria federale della Lega Nord: le loro sono le pre-candidature di maggior peso ammesse dal comitato esecutivo (insieme ad altre tre) per la successione di Roberto Maroni, in attesa che raccolgano anche le firme necessarie per partecipare a tutti gli effetti al congresso di dicembre.

Poca sorpresa, rispetto ai movimenti della vigilia. Ma il duello a suon di voti, se ci sarà davvero, fra l'allievo e il maestro è un inedito, in via Bellerio. E soprattutto segnala, con 5 pretendenti a caccia di firme e visibilità, che la soluzione "unitaria" tanto invocata per il nuovo segretario ancora non c'è. Bossi è stato il primo, settimana scorsa, a firmare il modulo, dicendo che in questo anno e mezzo "la Lega è stata guidata male".

Salvini l'ultimo, alla scadenza di ieri a mezzogiorno: "Una responsabilità enorme, se posso essere utile, da militante fra militanti - ha annunciato su Facebook -, rispondo come ho sempre fatto in questi 23 anni: ci sono". In mezzo, si sono fatti avanti anche il presidente (bergamasco) del Copasir, Giacomo Stucchi, il consigliere regionale dell'Emilia Romagna Manes Bernardini e il consigliere comunale di Vizzola Ticino (Varese) Roberto Stefanazzi.

Non ci sarà invece il segretario veneto Flavio Tosi, che, dopo un incontro in mattinata in via Bellerio, non si è candidato ''per favorire la nomina di una candidatura unitaria''. E non ci saranno il romagnolo Gianluca Pini e il trentino Erminio 'Obelix' Boso, le cui candidatura non sono state ritenute formalmente corrette. "Sarà un confronto sulle idee ma la mia speranza - ha auspicato anche Salvini lasciando via Bellerio in serata - è che il congresso arrivi ad essere unitario". Quello che l'ex ministro Roberto Calderoli, responsabile organizzativo del Carroccio, ha spiegato così: "Non è detto che da cinque nomi detto che da cinque nomi alla fine ci siano cinque candidati...".

Nessuno però, ha giurato Calderoli, ha chiesto a Bossi di fare un passo indietro. Un equilibrio, dunque, lo si dovrà trovare per strada. Il vecchio Capo stufo del ruolo passivo di presidente-fondatore non ha i numeri e il seguito che aveva prima di essere costretto alle dimissioni per le inchieste giudiziarie sui conti della Lega, ma conta di tornare al centro della scena. Salvini, segretario lombardo, è invece dato per super-favorito dai numeri e dall'immagine di una Lega giovane che vuole voltare pagina.

E' a lui che guarda anche Maroni, che ha voluto optare per l'unica poltrona di presidente della Regione Lombardia. Con Bossi, ha assicurato Salvini, ci sarà "rispetto e gratitudine" ma anche la consapevolezza che "bisogna andare avanti e oltre", dialogando "con la destra e la sinistra".

Ora dunque i cinque pre-candidati dovranno raccogliere almeno 1.000 firme a sostegno, fra il 15 e il 28 novembre. Il 7 dicembre circa 20.000 militanti leghisti saranno chiamati al voto: lo spoglio ci sarà subito, alla sera, ma la convalida dell'elezione del nuovo segretario la faranno i delegati al congresso di Torino la mattina del 15 dicembre.

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