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Venerdì, 19 Aprile 2024
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PcdI Brescia, Ghedi e le bombe: "Se non ci ammazzano i nemici.."

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BresciaToday

Nell’agosto del 2014 nello scontro avvenuto nei cieli di Ascoli Piceno tra due Tornado decollati da Ghedi morirono quattro giovani piloti dell’aviazione Italiana. Fu dichiarato che l’impatto tra i due aerei avvenne per un tragico incidente, causato forse dall’ errore di un pilota o da un incidente tecnico. Ora, dopo un anno sembra risultare da un inchiesta della Procura di Ascoli Piceno, che vi fossero “carenze organizzative (imprudenza e inosservanza del regolamento) che hanno determinato una situazione di estremo pericolo” .

Si presume, da quanto dichiarato dai consulenti tecnici della Procura, che gli errori tecnici vennero commessi alla aereo-base di Ghedi e quattro ufficiali dell’Aviazione Italiana sono stati individuati come potenziali responsabili degli errori, con il colonnello Di Pietro, allora comandante della base Bresciana. Ribadendo il dolore per la morte di quattro giovani ragazzi, non posso non essere preoccupato per il fatto che una base, dove sembra siano depositate venti bombe atomiche, sia diretta, controllata e gestita da persone professionalmente incapaci. Come può un cittadino Italiano e Bresciano sentirsi sicuro e tranquillo? Stiamo parlando di ordigni atomici!!

Mi rimaneva una speranza, visto che la gestione non era garantita solo dell’aviazione Italiana, ma dalla NATO, considerata l’organizzazione militare più efficiente al mondo, formata da tecnici ed ufficiali decantati come professionalmente eccezionali. Una speranza che mi doveva dare garanzie sul controllo e la gestione delle bombe atomiche presenti nel nostro territorio. Il giorno 4 ottobre sui quotidiani leggo la notizia che in Afghanistan, questi “eccezionali professionisti” bombardano “per sbaglio” una struttura ospedaliera dichiarata e segnalata, dove ammazzano oltre che a bambini e civili, dodici medici volontari di “ medici senza frontiere”

I casi sono due, o anche questi sono degli incapaci mandati a far la guerra o sono dei criminali. Con queste premesse, le popolazioni Bresciane che vivono a contatto con questo arsenale atomico, come possono sentirsi tranquille? Prepariamoci, se non ci ammazzano i nemici, ci ammazzano questi amici forse ….. professionalmente e tecnicamente preparati!

Piovanelli Giuseppe

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