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Quando il sindaco «costa caro»: l'affondo PD sulle spese targate Paroli

Secondo il primo partito d'opposizione la giunta guidata da Adriano Paroli avrebbe "sperperato" quasi quattro milioni di euro tra scelte o provvedimenti che "già si sapeva avrebbero fatto una fine rovinosa"

Il saldo negativo dei conti legati a doppio filo all’amministrazione guidata da Adriano Paroli arriverebbe a sfiorare i quattro milioni di euro: il vento soffia forte sulle amministrative di Brescia, è tempo di campagna elettorale, e dal Comitato per Emilio Del Bono il PD torna alla carica e critica duramente i cinque anni di Governo della giunta cittadina di centrodestra. Un lungo elenco di “malefatte”, dal luglio del 2008 e fino al gennaio in corso, dagli studi per l’abbattimento della torre Tintoretto alle sette condanne consecutive sulla vicenda Bonus Bebè, dai “provvedimenti Rolfi” al pasticcio dei visitatori di Inca e Matisse, per un totale suddivisibile in una quindicina di punti e valutabile in 3.856.500 euro.

“Questa volta non ci siamo focalizzati sulle scelte amministrative non condivise, sulle quali abbiamo già speso tante parole – racconta proprio Del Bono – abbiamo invece voluto accendere i riflettori su quelle scelte e quei provvedimenti che si sapeva già sarebbero stati destinati ad una rovinosa fine. La memoria dei cittadini non è corta, soprattutto quando si parla di danni alla collettività: atti da incompetenza costati milioni e che ora sono a carico dei cittadini”. Del Bono si sofferma in particolare sul risarcimento per “la revoca illegittima di Renzo Capra in A2A, più di un milione di euro e una cifra che sarà destinata ancora a salire”, oppure sull’acquisto del terreno di Guidizzolo, “150mila euro per un’area non edificabile e che resterà per sempre sul groppone dei cittadini, non ce ne faremo mai nulla perché tra l’altro è davvero invendibile”.

Insomma, chiosa il candidato sindaco del centrosinistra, “un’amministrazione che ricorda un po’ un’allegra compagnia”. Ma, conclude, “quando i danni sono così evidenti è giusto che gli azionisti del Comune, i cittadini e la collettività, ne chiedano la meritata sostituzione”. Sul tema anche l’ex primo cittadino Paolo Corsini, già avviato verso una futura nomina al Senato alle politiche di fine febbraio: “Dati come questi sono la conferma amara delle tante preoccupazioni sulla città di Brescia, e la giunta guidata da Adriano Paroli che si caratterizza per una scarsa attitudine e abitudine al lavoro, oltre ad una testardaggine senza pari”.

Già che ci siamo c’è spazio anche per qualche sassolino extra: “Nel 1998 mi accusarono di svolgere in contemporanea la carica di parlamentare e sindaco, quando invece mi dimisi immediatamente. Se ripensiamo al Paroli sindaco non dobbiamo dimenticarci che lui ha fatto per quattro anni sia il sindaco che il deputato. La scorsa estate poi, la denuncia firmata Arcai e Andolina, non più un tecnico comunale ma un vero zerbino, diretta alla Corte dei Conti e riferita alle mie spese di rappresentanza dell’anno 2007. A differenza di quanto accaduto a loro per i 49500 euro spesi con le carte di credito, per quanto riguarda i 21mila spesi da noi non è stata prodotta alcuna indagine”.

Oltre al lungo elenco, aggiunge il consigliere Fabio Capra, “anche quei costi che non è possibile certificare con precisione, dagli avvocati agli architetti, e la scheda potrebbe essere ben più corposa”. Un attacco su più fronti: “Una consapevolezza che c’era già nel 2008, una limitata propensione al buon governo e che per questo merita una forte critica”. Non solo costi (GUARDA LA TABELLA) ma anche sprechi: il PD non esclude un nuovo dettagliato elenco, tra le cui voci non dovrebbero mancare Brixia Sviluppo, la cittadella dello Sport, le opere di completamento della metropolitana.

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