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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La carica di SEL alle Regionali: «Orgogliosi di essere di sinistra»

Presentati i dieci protagonisti candidati alle prossime elezioni regionali di fine febbraio: giovani e meno giovani, tutti accomunati da "una storia e un impegno alle spalle". Dal lago alla Valcamonica, ecco la squadra di SEL

La squadra dei dieci per le Regionali, Sinistra Ecologia e Libertà mette in campo le sue forze giovani e le sue forze esperte, “orgogliosi di presentare questo bel gruppo, per sostenere Ambrosoli”, è sicuro Luigi Lacquaniti, il coordinatore provinciale già candidato alle Politiche, “tra un mese il panorama regionale cambierà completamente”.

Donatella Albini, dal 2008 consigliere comunale a Brescia, “metto al servizio della gente la mia competenza politica, la mia passione per il bene comune, la mia difesa ostinata e costante dei diritti di ogni uomo e di ogni donna”.

Beppe Almansi, da quasi un quarantennio protagonista della sinistra bresciana, “siamo uniti per abbattere questo sistema politico e culturale”, il suo tema principe non poteva che essere il lavoro, con un occhio ai migranti che “non hanno voce”, ai nuovi poveri, quelli che “perdono il lavoro e che non sono più in grado di pagare l’affitto”.

Elisa Chiari che di anni ne ha solo 28, consigliere comunale a Monticelli Brusati e che vuole “più sinistra in Italia”, mentre per la Lombardia s’impegnerà a difendere e tutelare l’ambiente, “in una Regione che più cementificata non si può”.

Igor Bulgarini, coordinatore del circolo SEL di Desenzano del Garda, l’operaio che propone “il buon lavoro, e dunque la buona salute”, in contrapposizione all’abitudine di dimenticarsi degli altri, “è il lavoro che merita attenzione, il lavoro che deve essere proiettato sul territorio”.

Elisa D’Adda, anche lei giovane e anche lei precaria, un assioma tanto amaro anche per una che da quando aveva 16 anni “non ha mai smesso di fare politica”, orgogliosa dei tre valori che porta con sé, e che definisce fondamentali, “la responsabilità, l’onestà intellettuale e il senso civico”, difendere le eccellenze quelle vere, “contro il precariato e in difesa della famiglia”.

Danilo Reghenzi dalla bassa bresciana, “noi giovani non siamo bamboccioni, anzi, sono le istituzioni che spesso non ci aiutano e non vogliono credere in noi”, e la passione per le energie rinnovabili che si fa anche lavoro, un lavoro mai garantito per tanti, forse troppi, “alla ricerca di un futuro stabile che adesso questo Paese non offre”.

Vittoria Gandossi detta Romana, maestra in pensione e attivista da sempre, impegnata ad Adro contro “il sindaco podestà che espelle i bambini dalla mensa”, in paese di Franciacorta dove addirittura “non esistono posti pubblici per trovarsi ed incontrarsi, fare un’assemblea può costare anche 1000 euro”.

Daniel Spadacini viene invece dalla Valcamonica e vuole farsi portavoce delle valli bresciane, “lentamente stanno morendo, tra il crollo demografico e uno spopolamento di proporzioni bibliche”, quasi a voler resistere sui monti, difendere una terra da sempre sotto attacco, “ci mettono le centrali elettriche anche nei parchi, nelle aree protette”.

Rosanna Mezzana di Rezzato, volontaria nella vita e per la prima volta in un partito di cui però “sostiene e riconosce a pieno tutte le idealità”, mentre continua il suo lavoro di aiuto e integrazione, donne immigrate e non solo, l’associazionismo come scelta, alla ricerca di “un’equità vera, nel senso più ampio del termine”.

Luca Trentini e il suo slogan preferito, “in Lombardia diversamente”, dal popolo Arcigay per cambiare l’atteggiamento della Regione “nei confronti di tutte le minoranze, tutte ugualmente degne e tutte da difendere”, nel mondo che cambia “vanno riconosciute le forme nuove della famiglia, tra identità e relazioni”.

Chiaro che nel finale non si scappa alla domanda sul passato e sul futuro, e tra i presenti spunta un po’ di sano “orgoglio di partito”, contro “la solitudine dei lavoratori”, anche se adesso SEL non basta ancora, “il problema è costruire un grande partito di sinistra, che risolva i problemi di rappresentanza, che cresca in ruolo e in peso all’interno delle mediazioni”.

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