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Politica Lonato del Garda

Due settimane e a Lonato cambia tutto: "I candidati devono interpretare i bisogni"

La parafrasi di un pensiero di Hegel - tra gli ispiratori, tra l'altro, di un embrionale materialismo storico - per il quarto capitolo del viaggio (elettorale e non) che ci avvicina alle amministrative di Lonato. Occasione per un vero focus sul paese gardesano

Friedrich Hegel definisce il politico quale interprete del sistema dei bisogni della comunità. Siamo in un periodo di recessione e Lonato del Garda (16 mila abitanti) non rappresenta, purtroppo, un’eccezione. Due delle più importanti aziende della cittadina sono in grave crisi. La prima, specialista nell’architettura del verde, che ha conquistato fama in tutto il mondo, sta effettuando una ristrutturazione e molti dipendenti sono rimasti senza lavoro. Sembra tuttavia che si stia rilanciando. La seconda, agisce nel campo delle costruzioni e al momento non si è trovata una soluzione alla grave crisi. Anzi.

D’altra parte negli ultimi decenni, le giunte comunali gardesane, a maggioranza, hanno puntato sull’edilizia e il risultato non è stato soltanto una cementificazione del lago e delle colline che lo circondano, ma ha creato una “bolla” che non poteva non esplodere secondo le previsioni più serie. Fallimenti e licenziamenti nel settore che hanno avuto ripercussioni per il benessere degli abitanti. Girando per Lonato si incontrano offerte di lavoro di lonatesi per lo “stiro”, l’assistenza agli anziani (le badanti sono ormai anche autoctone e non solo dell’Est d’Europa). Vi è addirittura chi si dichiara disposto, pur di lavorare, a svolgere qualsiasi mansione, anche la più umile e magari ha la laurea in tasca. Tutto ciò appena cinque anni fa sarebbe apparso impensabile.

L’attuale sindaco, Mario Bocchio al suo secondo mandato, di professione è odontoiatra, in questi dieci anni di carriera sembrerebbe non aver studiato altri sviluppi economici se non la concessione di licenze edilizie per rimediare alla scarsezza dei mezzi erogati dallo Stato ed usufruire, per fare “cassa” delle risorse che derivano dagli oneri di urbanizzazione. Il risultato è la crisi delle case, nel senso dell’abbondanza dell’offerta in confronto alla richiesta e questo sia nel settore degli acquisti immobiliari, sia del campo delle locazioni. Conseguenza un deprezzamento del valore delle case e degli affitti a Lonato. L’intera categoria dei proprietari di immobili ha visto precipitare il valore dei propri investimenti. Anche chi abita nella propria casa, si trova a dover far fronte ad un mutuo oneroso che non corrisponde più all’attuale valore di mercato della propria abitazione.

L’immobilismo delle amministrazioni è dimostrato da tre esempi. Il primo riguarda la “colata di cemento” di via Sant’Anna nel quartiere Barcuzzi. Un obbrobrio che campeggia da almeno dieci anni senza essere stato mai finito. Va chiarito che la concessione della licenza edilizia non va imputata all’amministrazione del dottor Mario Bocchio, ma ad una giunta precedente, che l’autorizzò circa 20 anni fa. Tuttavia è grave che non sia stata studiata o trovata una soluzione per rimediare alla situazione e cancellare se possibile l’obbrobrio di cemento.

Il secondo esempio è la mancanza di iniziative per ravvivare la cittadina. La sera, dopo le 20, Lonato assomiglia ad un “gran vuoto”. Nessuno per strada, la maggioranza dei bar chiude più o meno alle 19 o giù di lì. La domenica è sempre il “vuoto”  che domina. Una giunta precedente a quella attuale, pare abbia imposto una tassa per le finestre o i balconi fioriti. Risultato: girando per Lonato non vedi davanzali fioriti. A pensare che nella regione delle Alpi un’attrattiva dei borghi è rappresentata proprio dalle finestre, dai balconi e dagli angoli di vie e piazze decorati dai vasi di gerani. Ci vuol poco a capire che una foto che presenta un “paese fiorito” invita a visitarlo.

Il terzo esempio riguarda la proposta - fatta nel 2014 -  di promuovere, in accordo con Montichiari e Desenzano, una rassegna internazionale del formaggio (in Italia non esiste ancora) chiamata 'Cheese Italy'. Abbinati alla “Rassegna Internazionale”: Congressi settoriali, sempre a livello internazionale. L’argomento proposto per primo è “Convegno Internazionale  sulla Rintracciabilità della Filiera distributiva dei Formaggi e dei  Prodotti Agroalimentari”. Si tratta d’un problema d’attualità di cui se ne discuterà anche all’EXPO di Milano. La società proponente è un’azienda padovana che organizza, da oltre un decennio, “eventi” in tutto il mondo, dalla Russia al Brasile, dalla Repubblica Ceca ad Hong Kong, da Belgrado a Pechino. Attualmente il gruppo ha aperto una sede negli Emirati Arabi Uniti. Ebbene, l’assessore a cui è stata presentata quest’idea non si è degnato nemmeno di rispondere con un rigo.

Pare che il progetto sarà realizzato per il 2016, ma in un’altra Regione e con un altro Ente Fiera. Un’iniziativa del genere con epicentro a Lonato avrebbe significa per il Garda occupazione, turismo d’affari e notorietà internazionale. Altro punto non trascurabile: avrebbe potuto essere programmata “fuori stagione”, ossia in autunno.Vi è una lodevole eccezione a questo immobilismo. Garda Uno, consorzio nato nel 1974 tra vari Comuni della sponda bresciana del lago allo scopo di provvedere a molteplici servizi comunali. Gestisce l’erogazione e distribuzione dell'acqua potabile in tutta l'area gardesana bresciana che va da Limone fino a Sirmione, comprendendo anche alcuni comuni della Valtenesi. Si occupa delle fognatura e di depurazione e raccoglie i liquami dalla quasi totalità dei Comuni rivieraschi e li convoglia al depuratore centralizzato di Peschiera del Garda. Anche la raccolta dei rifiuti è tra i compiti del consorzio.

Ma il fiore all’occhiello sarà un nuovo progetto: per iniziativa di Garda Uno nascerà sul lago la prima rete extraurbana pubblica di stazioni di ricarica per veicoli elettrici, alimentata con energia prodotta da fonti rinnovabili, dunque ad emissioni praticamente nulle. L'iniziativa ha come obiettivo principale la mobilità sostenibile e 100% green. La società svilupperà una rete di postazioni di ricarica sull'area gardesana che diverrà un tutt'uno con quella già attrezzata e presente sugli assi autostradali principali della "Serenissima" e del "Brennero". Il progetto permetterà, a chi possiede un veicolo elettrico, di raggiungere, soggiornare e muoversi sulle sponde del Benaco, in tutta tranquillità avendo a disposizione le colonnine di ricarica ad interdistanze adeguate e sicure da raggiungere. I centri di ricarica previsti saranno 31 in grado di rifornire di energia green complessivamente e contemporaneamente 62 auto e 32 veicoli leggeri (motocicli e i quadricicli). Un esempio, una volta realizzato il progetto, per l’Italia. E in questo caso è impossibile non menzionare il presidente di Garda Uno, Mario Bocchio attuale sindaco di Lonato.

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