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Desenzano del Garda: cala il sipario sul PGT, e si aspetta la variante

Il Partito Democratico e il lungo cammino che ha portato alla definitiva approvazione del Piano di Governo del Territorio per la seconda città della Provincia di Brescia: "L'agire urbanistico? Uno dei compiti più impegnativi"

L’agire urbanistico è uno dei compiti più impegnativi di una comunità, perché si deve svolgere nel rispetto dei diritti privati e nella ricerca del bene comune, nel comprendere le esigenze della società e nel cercare di tradurle nella costruzione della città dell’uomo.

Comincia così il lungo comunicato stampa firmato Partito Democratico che segue la finale approvazione del contestato e revocato PGT di Desenzano del Garda, quello che fu dell’amministrazione Anelli e che è stato poi modificato in corsa dalla nuova amministrazione Leso, così come annunciato più volte anche in campagna elettorale. Nella lunga seduta che ha chiuso l’anno politico della seconda città della Provincia di Brescia il Consiglio Comunale ha dunque approvato le modifiche e le controdeduzioni, gli annullamenti e le metrature ridotte e non, annullando tutte le previsioni di SUAP (ambiti di trasformazione a destinazione prevalentemente produttiva), riducendo di oltre 100mila metri cubi le previsioni di edificabilità in zona agricola e di altri 100mila mc circa dai celeberrimi Piani Integrati delle Tassere e delle Grezze.

"La redazione di un Piano richiede una condivisione della volontà stessa di pianificare, ovvero di prefigurare uno scenario futuro possibile per una comunità insediata in un territorio – fanno sapere dal PD – Il nostro è stato un lavoro non per andare contro qualcuno, ma per andare a favore di molti, e spereremmo di tutti, salvando ciò che era condivisibile ed eliminando ciò che insieme abbiamo ritenuto superato o sbagliato”. Punto dopo punto, il lungo elenco delle “linee che hanno guidato la modifica del PGT di Anelli”, fino alla revoca già definita necessaria nell’ottica di “un senso dell’agire urbanistico che vuole essere svincolato da interessi di parte, per andare nella direzione di un disegno urbano visibile per tutti”.

Problemi di tipo ambientale, perché “il bene comune è un valore irrinunciabile, e che non coincide con la somma degli interessi privati”, una prospettiva a quanto sembra nemmeno troppo localistica, “bisogna essere consapevoli che la sopravvivenza dell’umanità dipende dalla capacità dell’uomo di prendersi cura non solo di sé stesso, ma anche della natura e della Terra”, e ancora il suolo come “risorsa comune e bene ambientale”. Esigenze di tipo economico e di mercato, anche qui un ragionamento dal gusto sostenibile, puntare dunque sul recupero dell’esistente che “incentivato dall’azione politica potrà almeno depennare dal conto economico i costi delle reti esistenti, accollandosene la sola manutenzione”.

In ultimo ma non per importanza, esigenze di equità sociale e di sussidiarietà, “il ripensamento della finanziarizzazione del processo di trasformazione dei suoli, il sostegno ai processi di riqualificazione”, e ritorna il bene comune che “non deve essere perso di vista”. Insomma, a detta della maggioranza, un Piano di Governo del Territorio diverso per davvero, e distante quanto basta dalla precedente progettazione urbanistica e territoriale.

“Il PGT approvato non è né il PGT dell’amministrazione Leso né del Partito Democratico, ma il risultato primo è stato ottenuto e i numeri parlano chiaro: il territorio agricolo è stato salvaguardato, le previsioni di nuovi insediamenti sono inferiori al residuo del precedente PRG”. In attesa, come già detto mesi fa, di “una successiva e necessaria variante”.

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