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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Adro

La Cgil Brescia porta Umberto Bossi in tribunale

La Cgil ha deciso di denunciare Giancarlo Giorgetti e Umberto Bossi, in qualità di rappresentanti della Lega Nord e della Lega Nord per l'Indipendenza, per "molestie e atti ritorsivi" nei confronti dell'attivista Spi Cgil Gandossi

La Camera del Lavoro di Brescia, l’associazione Studi Giuridici sull’immigrazione e la fondazione Piccini hanno deciso di denunciare Giancarlo Giorgetti e Umberto Bossi, in qualità di rappresentanti della Lega Nord Lombardia e della Lega Nord per l’indipendenza della Padania, per “molestie e atti ritorsivi” nei confronti di Romana Gandossi, attivista dello Spi Cgil di Adro, e dei migranti e di alcune associazioni.

Tutto nasce da un manifesto appeso sulla vetrina della sede della Lega Nord di via Umberto I ad Adro, dove, a detta di chi ha esposto denuncia, si leggono “frasi ingiuriose sia nei confronti di Romana Gandossi che degli immigrati con l’intento”, che hanno il chiaro proposito “di violare la dignità di una persona e creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante od offensivo”.
Nel manifesto c'è scritto, esattamente: “Cara la me romana sono tutti bravi a fare i culattoni con il culo degli altri (tipico dei comunisti: quello che è tuo è tuo quello che è mio è tuo) portatelo a casa tu il beduino sfrattato (non paga l’affitto da due anni) noi nella casa del comune ci mettiamo gente anziana e bisognosa ma di Adro. Prima i nostri poi anche gli altri! W la Lega Nord W Bossi”.
“Il cartello pieno di epiteti spregiativi, maschilisti e omofobi”, dichiara la Cgil, “sembra faccia riferimento ad una recente vicenda nella quale la ricorrente è intervenuta (coinvolgendo anche Caritas ed altre associazioni) per aiutare una famiglia marocchina con due bimbi piccoli che aveva subito un procedimento giudiziario di sfratto”.

Ora viene chiesto al tribunale di accertare il carattere discriminatorio del manifesto e di far pagare alla Lega Nord, come risarcimento, un importo non inferiore a 30mila euro a Romana Gandossi, più 5mila euro a ogni associazione.
“La scelta della Lega Nord di attaccare un cartello con offese personali nella propria sede è un fatto molto grave e dimostra come ad Adro, di fatto, l’agibilità politica e la possibilità esprimere le proprie opinioni non sia libera. Non è ammissibile, infatti”, afferma Damiano Galletti, segretario Cgil Brescia, “che a causa dell’impegno nella comunità si venga poi additati pubblicamente sui volantini, sui bollettini comunali che diventano notiziari di partito e ora anche sui manifesti”.

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