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Sciopero dei migranti: la storia del movimento

Il Primo Marzo è un progetto di partecipazione dal basso impegnato nella lotta al razzismo e nella difesa dei diritti umani. E' formato da una rete di comitati territoriali, organizzazioni varie, associazioni e singoli cittadini la cui portavoce nazionale è Cécile Kashetu Kyenge

1 marzo - 10-2L’idea della giornata del primo marzo è nata in Francia nel 2009. In seguito all'aumento del clima razzista, una giornalista francese  propose di lanciare un movimento simile a quello che nel 2006 la comunità ispanica aveva messo in piedi negli Stati Uniti: fermarsi per un giorno e scendere in piazza a manifestare, per fare capire al mondo l’importanza dell’apporto della forza lavoro migrante all’economia del Paese, ma anche per chiedere più diritti, maggiori politiche di integrazione e accoglienza.  L'iniziativa , grazie al social network, si propaga in tutti i paesi europei diventando una giornata di riferimento per la lotta e la mobilitazione dei diritti dei migranti.

Gemellato con la francese Journée sans immigrés, in Italia il Primo Marzo "nasce" il 29 novembre del 2009 con un tam tam su facebook, per iniziativa di quattro donne. Dotato in partenza di un'anima orgogliosamente meticcia, da subito ha riunito italiani, migranti, seconde generazioni: tutti accomunati dal rifiuto del razzismo e della cultura dell'esclusione. Le premesse e le aspirazioni del movimento si ritrovano nel manifesto programmatico che è stato il nostro primo atto pubblico.

Il primo marzo del 2010 il movimento Primo Marzo ha organizzato una giornata di mobilitazione e sciopero indirizzata a far comprendere quanto sia determinante l'apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della nostra società e come sia importante che italiani vecchi e nuovi si impegnino insieme per difendere i diritti fondamentali della persona, combattere il razzismo e superare la contrapposizione tra "noi" e "loro". La mobilitazione ha toccato oltre 60 città e hanno partecipato a quella giornata più di 300mila persone. In molte città lavoratori italiani e migranti hanno scelto di  scioperare insieme. Dopo questa esperienza più che positiva, buona parte dei comitati ha continuato a operare sul territorio e sono stati fatti vari incontri per approfondire le tematiche, migliorare l'organizzazione e definire ulteriormente gli obiettivi.

- Primo marzo, sciopero dei migranti contro il «razzismo istituzionale»

Sciopero dei migranti: immagini dalle manifestazioni


L'appello per il Primo Marzo 2011 è stato dedicato alla memoria di Noureddine Adane e alle rivoluzioni del Nord Africa, oltre ai punti emersi l’anno precedente come i no al pacchetto sicurezza, ai Cie, al razzismo alla legge Bossi-Fini, l’abrogazione del reato di clandestinità e del pacchetto sicurezza, l'abolizione del permesso di soggiorno a punti, per favorire: una regolarizzazione rispettosa dei diritti umani per le vittime della sanatoria truffa; una legge organica e adeguata per la tutela dei rifugiati e dei richiedenti asilo; il passaggio dal concetto di ius sanguinis a quello di ius soli come cardine per il riconoscimento della cittadinanza; il riconoscimento del diritto di scegliere dove vivere e stabilire la propria residenza per dire sì a una società multiculturale nel senso della Carta mondiale dei migranti firmata a Gorée.

In molte città lavoratori italiani e migranti hanno scioperato uniti dalla consapevolezza che il razzismo istituzionalizzato (in spregio alla nostra Costituzione oltre che al diritto internazionale e alla normativa europea), le politiche di esclusione, lo sfruttamento del lavoro, le violazioni dei diritti sono tasselli di un’unica strategia repressiva che, a partire dai più deboli e inermi, aspira a colpire tutti e a imporre la precarietà come orizzonte di vita. Migranti e italiani hanno affermato in questo modo un’idea di sciopero come diritto costituzionale individuale e inalienabile, dimostrando che è possibile unirsi e prendere l'iniziativa dal basso per reagire ai ricatti superando nei fatti la contrapposizione tra autoctoni e stranieri.

Intervista alla portavoce nazionale del Primo marzo Cécile Kashetu Kyenge

- Leggi l'appello completo degli organizzatori per lo sciopero del 1 marzo

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