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Lavoratori laureati: gli italiani tra i peggiori in Europa

Peggio di noi soltanto la Romania: come riferisce Eurostat, meno di un lavoratore italiano su quattro è laureato. In Gran Bretagna quasi il doppio

Laurea e lavoro, in Italia a che punto siamo? Bene ma non benissimo, anzi. Secondo l’ultimo rapporto Eurostat, i lavoratori italiani sono tra i peggiori in Europa per livello di istruzione: solo il 23,4% degli occupati (meno di uno su quattro) possiede infatti una laurea. Una percentuale che vale il penultimo posto nella graduatoria del continente: peggio di noi, solo la Romania.

Un confronto che non s’ha da fare in termini assoluti, insomma i numeri: basta pensare che solo a Parigi, ad oggi, si contano più di 700mila studenti universitari (una città nella città). Ma anche in termini di percentuale la situazione non migliora, tutt’altro. Se in Italia la quota dei lavoratori laureati è del 23,4%, raggiunge il 30,6% in Germania, il 43,3% in Francia, il 47,2% in Gran Bretagna. La media europea è del 36,8%.

Laurea e lavoro: il dato italiano

Scendendo nel dettaglio, nel nostro Paese risulta particolarmente bassa la percentuale che riguarda i lavoratori maschi laureati pari al 18,2%, con un gap rispetto alla media Ue (32,8%) di oltre 14 punti.

Passando ai dati relativi a chi ha al massimo la terza media, la quota dei lavoratori italiani è tra le più alte in Europa con una percentuale del 29,7%, uno su tre, quasi il doppio della media Ue (15,9%). I maschi con il livello di istruzione più basso sono il 35%, oltre un terzo degli occupati.

Se invece si analizza il dato annuale riferito al 2018, i lavoratori italiani tra i 20 e i 64 anni che hanno al massimo la licenza media sono il 30,1% degli occupati a fronte di appena il 16,3% dell'Europa. La percentuale sale tra gli uomini con il 35,2% a fronte del 18,4% in Ue. Dato comunque migliorato rispetto al 2009, quando gli uomini con al massimo la terza media erano il 41,5% degli occupati. Per quanto riguarda il livello di istruzione più alto, le persone al lavoro con la laurea sono il 23,1% del totale a fronte del 35,8% della media europea. 

Diversa, invece, la situazione delle donne in possesso della laurea che in Italia sono il 30,1% delle occupate a fronte del 40,2% della media europea.

Università a Brescia

L'università più conosciuta, e ovviamente più frequentata, è l'Università degli Studi di Brescia, università statale italiana fondata nel 1982 (il rettore ad oggi è Maurizio Tira). Gli ultimi dati disponibili raccontano di circa 15mila iscritti alle varie facoltà, con circa 600 docenti e ricercatori a cui si aggiungono più di 500 dipendenti tecnici e amministrativi. L'università statale è suddivisa in otto dipartimenti: Economia e management, Giurisprudenza, Ingegneria civile, Ingegneria dell'informazione, Ingegneria meccanica e industriale, Medicina molecolare e traslazionale, Scienze cliniche e sperimentali, Specialità medico-chirurgiche, scienze radiologiche e sanità pubblica.

A Brescia è presente anche una sede dell'Università Cattolica, università privata di caratura nazionale (con sedi anche a Milano, Piacenza e Cremona, Roma) che conta 42 corsi di laurea triennali, 46 corsi di laurea magistrali, 7 corsi di laurea magistrali a ciclo unico, oltre a corsi di laurea triennali e magistrali anche in lingua inglese e più di 100 master di primo e secondo livello. Il “brand” Cattolica in Italia vale più di 40mila studenti iscritti (a Brescia sono 4mila), di cui circa 10mila laureati ogni anno, e più di 1300 docenti.

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