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A Quinzano la mostra "Siam: terra degli uomini liberi"

Si inaugura sabato 22 febbraio alle 18 la prima mostra personale del giovanissimo fotografo Alberto Lussana, dedicata alla Thailandia di oggi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BresciaToday

Mostra fotografica personale di Alberto Lussana
Titolo: Siam, terra degli uomini liberi
Luogo: Quinzano d'Oglio, Ex Teatro Comunale
Indirizzo: Via Robino 4
Inaugurazione: sabato 22 febbraio, ore 18:00
Periodo: dal 22 febbraio 2014 al 2 marzo 2014 Orario:

sabato 22: 18:00 - 23:00
domenica 23: 10:00 - 12:00 15:00 - 21:00
lun-mer gio-ven: 18:00 - 21:00
sabato 1: 16:00 - 21:00
domenica 2: 10:00 - 12:00 15:00 - 23:00

Informazioni: tel. 347 568 3323 - alberto@albertolussana.it

A cura di Simona Ferrari
Testo di presentazione: Pia Ferrari
Col patrocinio del comune di Quinzano d'Oglio

Si inaugura sabato 22 febbraio alle 18 la prima mostra personale del giovanissimo fotografo Alberto Lussana, dedicata alla Thailandia di oggi.

Siam: terra degli uomini liberi
Alberto Lussana, giovane fotografo della vita quotidiana nel mondo, si inserisce nel filone della fotografia documentaria con atteggiamento contemporaneo: il suo soggiorno in Thailandia non è narrato come una raccolta di curiosità, ma diviene racconto di una parte della propria esistenza, attraversata dalla vita del luogo e da persone vere, secondo la classica tradizione della straight photography.

La sequenza di 27 immagini che documentano l'antico Siam nel XXI secolo segue i ritmi del pensiero e della riflessione sulle persone, lo sport, la danza, la religione, la luce e gli oggetti. Le fotografie appaiono come testimonianze obiettive, pur nella interpretazione legata alla selezione operata dall'autore sulla realtà. Alcune portano chi guarda dentro una storia, altre spingono ad immaginare quello che c'è attorno, oltre l'inquadratura, senza compiacimenti "da turista" o aneddotici.

Uomini e bambini ritratti in veduta frontale con sguardo dritto verso l'obiettivo, quasi a coglierne elementi profondi e indelebili, si rivelano anello di congiunzione tra passato e presente; giovani donne, danzatrici e monaci, inseguiti lungo diagonali architettoniche, raccontano i loro percorsi quotidiani; bellissime riprese dei ring thailandesi e del loro pubblico mostrano il valore extratemporale del corpo. Luci notturne, bagliori morbidi, traiettorie legate allo sviluppo urbano globale, incrociano le strade ed i luoghi della tradizione, come il mercato o le feste.

Cose, oggetti, fiori ripresi come composizioni geometriche e colorate non hanno ragioni estetiche, ma lasciano intuire una realtà vera e concreta, che vive mescolando ordine, armonia e caos, come contraddizioni coesistenti. Ci si potrebbe chiedere il senso di una mostra di questo tipo in epoca di media globali: ma il senso sta proprio nel vedere con gli occhi oggettivi di un altro le immagini nate dallo sguardo, per questo la fotografia si dimostra ancora uno dei mezzi migliori per raccontare, adesso, come nel secolo scorso. (Pia Ferrari)

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