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Dalla "Tana" al "Cosmic", Daniele Baldelli festeggia 50 anni di carriera

Lo chiamavano il "metti dischi": 50 anni di carriera per Daniele Baldelli, celebrato con un "Funky Award" al Teatro Alberti di Desenzano

Lo chiamavano il “metti dischi”: niente mixer né cuffie, il suo compito era solo quello di programmare i brani già scelti dal proprietario del locale. Altri tempi: correva l'anno 1969, mezzo secolo fa. Di dischi poi ne ha messi, mixati e suonati: tanti sono gli anni di carriera di Daniele Baldelli, classe 1952 e ancora in pista. Verrà celebrato sabato sera al Teatro Alberti di Desenzano (ingresso a cena dalle 21, dopocena dalle 22.30: per info 340 2294389) con la consegna di un premio per i suoi 50 anni di musica, un “Funky Award” da un'idea di Gianni Togni e Ottavio Ferri.

Chi non lo conosce, alzi la mano: in tasca un'esperienza infinita in consolle, in casa una cosa come 60mila dischi originali, nel cuore la sua musica, dal funky al soul, dall'afro all'elettronica. Originario di Cattolica, dalla riviera che fu patria del fenomeno della discoteca in Italia, ma da sempre legato al lago di Garda e al suo Cosmic, il locale che da Lazise faceva arrivare gente (oggi li chiameremmo “clubber”) dalla Sicilia fino all'Austria. 

Formidagli quegli anni: dalla Baia al Cosmic

Aperto dal 1979 al 1984: formidabili quegli anni, quando il “maestro” (non lo si può che chiamare così) era capace di mixare il Bolero di Ravel con gli Africa Djola, oppure un pezzo di Steve Reich su cui suonava un canto Malinke della Nuova Guinea, e ancora Cat Stevens, o i Depeche Mode suonati a 33 giri così da farli sembrare “afro”, a volte bastava un “vocal” per creare della musica. Altri tempi, è quasi mitologia: dagli albori del Tana Club Discoteque di Cattolica, appunto nel 1969, fino al Tabù Club l'anno successivo.

Erano i tempi della Baia degli Angeli di Gabicce, dove suonavano Tom Sison e Bob Day direttamente dagli States. I primi passi fino ad arrivare al Cosmic, che ancora oggi è un must plurigenerazionale: ha chiuso nel 1984, ma si suona ancora oggi. Era omologato per 1.200 persone: fin dall'inizio andava in overbooking, tanto che la festa inaugurale venne ripetuta per quattro sere di fila, ovviamente da tutto esaurito. Per comprare i dischi? Fino a Lugano e Parigi. E per suonarli? Tacche sul giradischi, il rumore della puntina, l'equalizzatore come uno strumento, mixer e batteria elettronica. Leggenda.

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