Un libro in cantina: due donne, due storie, una nascita
Il Pianto di Camilla, edito da Marcianum Press, è il libro di Elena Gaiardoni presentato dall'autorice alla Cantina Elisabetta Abrami di Provaglio d'Iseo (BS) sabato 21 febbraio alle 17.30.
Due donne tenaci e determinate si presentano insieme per ripercorrere le tappe, diverse eppure simili, di un percorso umano costellato di piccoli traguardi e grandi fatiche. Per Elena, giornalista de Il Giornale, una "gestazione" durata 18 anni, per Elisabetta, mamma in carriera nell'automotive, la realizzazione del sogno di una vita: un libro, una vigna.
Il Pianto di Camilla prende origine da una domanda: perché i bambini nascono piangendo? Domanda che Elena si pose 18 anni fa, quando la sua migliore amica, rimasta incinta di Francesca, le chiese di scrivere per la bimba che stava per nascere un racconto interamente dedicato a lei. Il libro inizia come una fiaba e prosegue come una lunga epica che narra di un Regno sorto dopo il Secondo Diluvio Universale. Il re Porfirio per portare una serena felicità nel Regno vieta ai sudditi di piangere, perché ritiene il pianto un segno di debolezza e di viltà. Tutto procede tranquillamente, finché la regina Samanta non rimane incinta. A quel punto Manfredi, il guerriero del Regno, rivela a Porfirio il più semplice dei segreti: tu puoi impedire a tutti noi di piangere, ma non potrai farlo con tua figlia quando nascerà perché i bambini nascono piangendo. Inizia da lì una vicenda di amore, amicizia, battaglie e avventura, che porteranno i protagonisti a cercare le origini delle lacrime, questo mistero che l'uomo trascura, ma che è grande e tuttora insondato.
In mezzo a tutte le vicende, spicca la storia di Samanta la donna che va alla ricerca della lacrima che l'uomo non riesce mai a piangere, quella stilla di luce che lo monda da tutte le sue tristezze e lo riporta verso il giardino dell'Eden.
Elena inizia a scrivere da bambina, osservando e interpretando le vibrazioni e i colori del giardino di sua madre. E trattando di giardini, la vite è una grande protagonista del libro, come la vite è nel cuore di Elisabetta. L'avventura per Elisabetta Abrami comincia nel 2005 con un desiderio che diventa realtà, dall'automotive alla viticoltura con l'acquisizione di un piccolo podere, dove la cantina è poco più di un rudere. Si rimbocca le maniche, giorno per giorno, e i primi risultati non si lasciano attendere. Ma non basta. C'è bisogno di terra per crescere. Così a poco a poco trasforma altri terreni tra Provaglio, Paderno e Passirano, dal Lago d'Iseo a Brescia, fino a raggiungere i 15 ettari vitati, con una particolarità, solo 4 a Chardonnay e 11 a Pinot Nero. Il legame con il territorio e la voglia di innovare spingono Elisabetta a un'altra scelta di campo: il biologico.
Nell'incontro con l'autore un connubio di passioni per credere nel futuro e nel rilancio di un territorio che merita di essere riscoperto per essere amato.