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Economia

Spending review, la vittoria di Federculture. Arcai: «Vince il buon senso»

In commissione bilancio sono stati sostanzialmente accolti tutti gli emendamenti sollecitati da Federculture contro i tagli alla cultura contenuti nel decreto sulla "spending review". Arcai: "Il settore culturale ha corso un grave pericolo"

Una grande vittoria per la cultura. Così Federculture accoglie il voto finale con cui il Senato ha approvato il decreto sulla “spending review”.

La discussione di questi giorni in commissione bilancio ha portato all’elaborazione di un nuovo testo nel quale sono stati sostanzialmente accolti tutti gli emendamenti sollecitati da Federculture, sostenuti da un fronte unico degli operatori insieme all’ANCI.

In particolare, riguardo al comma 1 dell’articolo 4, che prescrive la soppressione delle società che svolgono servizi per le pubbliche amministrazioni, il nuovo testo prevede l’esclusione di quelle che svolgono servizi di interesse generale, anche aventi rilevanza economica.

Per le altre società in house, se le caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto (anche territoriale) di riferimento non rendono efficace e utile il ricorso al mercato, sarà l’amministrazione pubblica controllante a valutare l’applicabilità della norma, predisponendo un’analisi di mercato da trasmettere all’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, per l’acquisizione di un parere vincolante.

Nello stesso articolo, al comma 6 - dove si istituisce il divieto per associazioni, fondazioni e comitati di ricevere contributi a carico delle finanze pubbliche - è stata inserita l’esplicita esclusione dall’ambito di applicazione della norma delle fondazioni operanti nel campo dei beni ed attività culturali.

Infine, dalla soppressione o accorpamento obbligatorio da parte di regioni, province e comuni di enti, agenzie e organismi "comunque denominati e di qualsiasi natura giuridica prevista all’articolo 9", sono state escluse le aziende speciali, gli enti e le istituzioni che gestiscono servizi socio-assistenziali, educativi e culturali.

 “Era grave il pericolo che correva il settore culturale se non si fosse messo mano alla legge – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Andrea Arcai. - E’ stata determinante, in questo senso, l’iniziativa dei tanti attori che  compongono  Federculture. Ci sarebbe stato un vero blackout dell’offerta culturale nella nostra città, con gravissime ripercussioni sulla qualità della vita, sulla crescita sociale e sull’economia diretta e indotta. Fortunatamente ha prevalso il buon senso e si è capito che norme così indiscriminate invece di ottimizzare la spesa pubblica avrebbero affossato un intero settore che produce ricchezza e dà lavoro a oltre un milione di persone in tutta l’Italia, sostenendo il turismo di tutto il Paese".

"Ora - conclude Arcai - basterebbe ancora un piccolo passo; accogliere la proposta di legge promossa dagli Onorevoli Beccalossi e Saglia. Un provvedimento che con pochi semplici articoli potrebbe ridare respiro all’intero settore economico e sociale della cultura e rilanciare l’intera industria del turismo.”

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