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Economia Comezzano-Cizzago

Pensionato della bassa danneggiato da un errore delle poste

Aveva investito 35 milioni di lire in un buono fruttifero postale. Dopo 14 anni si aspettava di incassare 54.227 € (pari al triplo della cifra iniziale), invece ne prenderà 23.611. Il motivo? Un errore dell'impiegato delle Poste che avrebbe emesso un buono fuori corso già da tempo.

Forse avevano ragione i nostri i nonni quando sostenevano che i risparmi andassero nascosti sotto il materasso.Può sembrare una considerazione retrograda, ma ad ascoltare la storia di Antonio l'antica pratica non sembra poi così sbagliata.Il pensionato 64enne, residente a Cizzago, ha visto polverizzarsi gli interessi sui risparmi di una vita, investiti in un buono fruttifero postale, e la certezza di una vecchiaia serena, almeno dal punto di vista finanziario.

Nel 2001 l'ex professore di economia aziendale aveva deciso di rivolgersi a Poste Italiane per investire 35 milioni di vecchie lire e, non sapendo quale prodotto scegliere, si era affidato alle indicazioni e alle spiegazioni fornite dal personale.
“ L' impiegato  mi aveva consigliato di acquistare 7 buoni con timbro AF  - racconta Antonio-  recanti la dicitura: l'importo raddoppia dopo 9 anni e 6 mesi e triplica dopo 14 anni al lordo delle ritenute erariali.”

Al signor Antonio pareva un buon affare ed uscì dalla posta strofinandosi le mani al pensiero dei 54.227 € che avrebbe ritirato trascorsi i fatidici 14 anni. Ma, a gennaio del 2015 non è andata proprio così.  Il sorriso che lo ha accompagnato fino alle soglie della posta si è trasformato in una smorfia di smarrimento e delusione : “ quando sono tornato per ritirare i soldi l'impiegato che mi ha servito mi ha detto che la cifra si era ridotta quasi della metà. Senza fornire ulteriori spiegazioni, perché neanche lui ne conosceva la ragione.”

Per svelare il mistero ci è voluta la rete. La ricerca online del pensionato 64enne ha portato ad un'agghiacciante scoperta: i buoni che gli sono stati stati venduti 14 anni fa erano fuori corso, già all'epoca dell'emissione, quindi privi di qualsiasi valore. In quel periodo era, invece, in vigore un'altra tipologia di buoni (AA1) con caratteristiche completamente diverse.ù

Il morale della favola è piuttosto amaro. Il signor Antonio non ha ritirato ancora un centesimo del capitale investito e non gli rimane che sperare di riavere, quantomeno, indietro i soldi congelati nel buono postale più qualche residuo degli interessi maturati. 

Quello del signor Antonio non è un caso isolato. Stando a quanto riferisce l'associazione per i diritti degli utenti e consumatori, a confondersi sui buoni da emettere pare siano stati parecchi impiegati postali, a subirne le conseguenze, invece,  migliaia di risparmiatori fiduciosi.

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