rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Aiutateci a casa nostra: l'emergenza dei 'profughi' bresciani

L'editoriale

E' sempre più difficile immaginarsi un futuro nell'Italia attuale, soprattutto quando si è giovani. A dirlo è la XIV edizione del Rapporto "Italiani nel mondo" della Fondazione Migrantes. Analizzando i dati dell'Aire, il registro dell'anagrafe degli italiani all'estero, risulta che 128mila italiani sono espatriati all'estero nel corso del 2018. Negli ultimi 13 anni, questo tipo di mobilità è aumentata del 70,2%. 

Nel 2018 è soprattutto il Nord ad aver perso cittadini e - tra tutte le province italiane - Brescia è purtroppo al quinto posto per partenze. Una realtà davvero preoccupante, se si pensa che il 40,6% dei migranti sono giovani con un'età tra i 18 e i 34 anni. Insomma, se ne va chi dovrebbe costruire il futuro della nostra terra; nella maggior parte dei casi, porta con sé anche una laurea che, nel nostro paese, non viene valorizzata come nel resto d'Europa.

I motivi di tale fenomeno sono davvero tanti, e complessi. Per quanto riguarda i giovani con un'elevata preparazione scolastica, il problema principale è da ricercare in una crescita media annuale del Pil dello 0,2% (periodo 2000-2018) e nel particolare tessuto economico della nostra provincia (e di gran parte del Nord Italia). Si tratta di un sistema basato essenzialmente su piccole e medie imprese, che non possono competere con le grandi multinazionali del Nord Europa. Se da un punto di vista le PMI danno solidità all'intero sistema, dall'altra rappresentano un deficit strutturale, soprattutto per quanto riguarda i salari. 

Un esempio sono sicuramente i laureati in ingegneria, settore universitario - quello italiano - che eccelle in tutto il mondo. Adesso pensate a un ragazzo che esce dalla rinomata facoltà di Brescia, dopo almeno 5 anni di studi per un titolo magistrale. Inizia a inviare curriculum in tutta Italia e, nella maggior parte dei casi, gli offrono 1.000 euro mensili come primo stipendio. Poi prova con l'Olanda, la Germania, la Svezia, ed ecco che arriva un'offerta che può arrivare ben oltre i 2.000 euro. La decisione è subito presa, anche perché non c'è nemmeno più il problema delle distanze: con i voli low-cost, potrà continuare a vedere famiglia o fidanzato/a. Ma la realtà è che se ne vanno le menti migliori, che, dopo un'esperienza internazionale, difficilmente torneranno indietro per farsi una famiglia a Brescia, dove solo pochissime aziende possono garantire un salario adeguato al loro livello di specializzazione. Con un'economia in stagnazione e senza soldi da investire, questo fenomeno non potrà che peggiorare. 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Aiutateci a casa nostra: l'emergenza dei 'profughi' bresciani

BresciaToday è in caricamento