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Economia Via Volturno

Mac e Iveco, mobilitazione operaia: «In fabbrica non entra più nessuno»

La FIOM Cgil annuncia una settimana di attivi di lavoratori e delegati, per discutere del contratto nazionale firmato da FIM e UILM "con la direzione di Federmeccanica". Sul tavolo anche gli esuberi MAC e la mobilità Federal Mogul

Un attivo di lavoratori e delegati lungo quasi una settimana, negli spazi esterni dell’Iveco di Via Volturno oramai luogo simbolo della lotta operaia in difesa dei posti di lavoro della città di Brescia. “Un’occasione per tutti – ha spiegato Damiano Galletti in chiusura alla conferenza stampa svoltasi  all’interno del presidio permanente che da 100 giorni coinvolge i lavoratori in esubero della MAC – per dare voce a chi ancora non ne ha avuta possibilità, per confrontarci anche con chi crede di poterci rappresentare”.

Sul tavolo della discussione temi sempre caldi con l’orario di lavoro e il salario, soprattutto dopo la recente firma del nuovo Contratto Collettivo Nazionale dei metalmeccanici, siglato da FIM e UILM il 5 dicembre scorso. “Vogliamo fin da subito chiarire la nostra posizione – ha aggiunto il segretario FIOM Brescia, Francesco Bertoli – e contrastare l’applicazione dell’accordo che fin dall’inizio è stato in realtà gestito da Federmeccanica. In termini salariali l’accordo non prevede infatti alcun aumento, in termini di orario siamo davanti ad un contratto che dà la massima libertà all’azienda, e ciò significa che in fabbrica non entra più nessuno”.

Intanto lunedì si è svolta l’assemblea dei lavoratori MAC, a cui è seguita una discussione con la dirigenza aziendale, mentre la preoccupazione è alta perché, continua Bertoli, “sulla più grande fabbrica di Brescia nessuno ci ha ancora dato una risposta precisa, e se le cose continuano per questa strada, con 15mila veicoli in produzione per il 2013, non è da escludere un nuovo ciclo di esuberi, in questo modo certo non si arriva alla saturazione delle ore di lavoro”. Se poi di MAC si parla non si può non sottolineare l’inarrestabile riduzione dello ‘spazio vitale’, ad oggi “Iveco ha recuperato tutto, ha spianato e occupato l’area fino all’impraticabilità produttiva, senza però rispettare l’accordo di riassorbimento datato 2009”.

Il lavoro che manca anche all’ex Federal Mogul, sono ancora più di 90 le persone senza impiego: “Siamo indignati – continua Francesco Mazzacani – del fatto che chi non ha titolo alcuno si sia permesso di dire che la partita è già chiusa. Dai giornali apprendiamo che il sindaco ha già preso accordi con l’amministratore delegato per cambiare la destinazione d’uso dell’area, e che pure il Consiglio Comunale avrebbe già dato la propria disponibilità. Dichiarazioni irresponsabili che non fanno che provocare tensioni, gli accordi sono da valutare con i lavoratori e non tra amministrazione e multinazionali”.

A metà febbraio infatti, come per i lavoratori della MAC, anche in Federal Mogul molti concluderanno la loro mobilità forzata. Un San Valentino amarissimo, altro che cioccolatini.

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