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Economia

Il triangolo economico padano trascina l’economia italiana

Con un Pil che arriva 738 miliardi di euro, l’area compresa fra Milano-Bologna-Padova/Treviso, supera nazioni come i Paesi Bassi, la Svezia o la Polonia, diventando, di fatto, la sesta nazione europea.

C’era una volta il triangolo industriale. Era il To-Mi-Ge, che aveva come vertici Torino, Milano e Genova. Erano gli anni Sessanta, era il boom economico, erano Torino della Fiat, Genova dell’acciaio e dei cantieri e Milano delle banche e delle grandi famiglie. Oggi il triangolo economico italiano ha mantenuto solo uno dei tre vertici, Milano, per ruotare verso Nord-Est. Tre grandi aree industriali metropolitane Milano-Bologna-Padova/Treviso, che acquistano più peso specifico con le aree più vicine, integrate e in sinergia. Se si sommano tutte insieme le province di Milano, Lodi, Monza e Varese, a quelle di Bologna, Modena e Ferrara e, infine, a Treviso, Padova e Venezia, possiamo vedere che queste province hanno generato (dati 2015) un Pil complessivo di 375,3 miliardi di euro, superiore a quello dell’Austria. Il valore aggiunto ha sfiorato i 63 miliardi di euro, più della Svezia. Se poi dai soli vertici del triangolo passiamo a tutta l’estensione territoriale del triangolo, alla sua area, il Pil arriva 738 miliardi di euro, superiore a quello di nazioni come i Paesi Bassi, la Svezia o la Polonia, facendolo diventare, di fatto, la sesta nazione europea.

INNOVAZIONE E DISTRETTI, ECCO LE PAROLE CHIAVE

Ma non si gridi al miracolo, come sottolinea Marco Fortis, nello studio Un nuovo triangolo economico italiano nel cuore dell’Europa edito dalla Fondazione Edison: nessuna “grazia ricevuta”, ma questione di “merito e capacità di chi combatte tutti i giorni con determinazione per produrre e creare posti di lavoro”. Parliamo di una zona economica caratterizzata non solo da imprese legate da filiere e in costante movimento, che eccellono nella ricerca e nell’innovazione in cui le aziende investono, prime in Italia. Ma anche costellata di università, centri di ricerca, moderni servizi, piattaforme logistiche avanzate. Grande peso hanno avuto i distretti che, stando ad una recente ricerca di Intesa San Paolo, hanno registrato una crescita del fatturato a due cifre, soprattutto nell’agroalimentare e nella meccanica. Con eccellenze assolute come l'occhialeria di Belluno, le gomme del bergamasco e i vini di Conegliano. Lombardia-Nord-Est, appunto.

MANIFATTURIERO DA RECORD

Andando più nel dettaglio dei numeri, considerando la Lombardia-Nord-Est come un’entità a sé stante, Fortis evidenzia come l’intera area si posizioni al quarto posto nella classifica dei 28 Paesi dell’Unione Europea per generazione di valore aggiunto manifatturiero, con 141 miliardi di euro. Fanno meglio solo la Germania, il Regno Unito e la Francia, ma stanno dietro la Spagna, il resto d’Italia, la Polonia, i Paesi Bassi, l’Irlanda, la Svezia, l’Austria e il resto dell’Unione. Numerose, poi, sono le posizioni di vertice detenute nelle diverse industrie del manifatturiero. Tanto per citarne alcune: il nuovo triangolo economico sarebbe la sesta nazione europea per valore aggiunto nell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco; la seconda (prima il resto d’Italia) nel tessile-abbigliamento-pelli-calzature; quinta nel legno-carta; settima nella chimica-raffinazione petrolifera-farmaceutica; quarta nella gomma-plastica-minerali non metalliferi; ancora quarta nei metalli e prodotti in metallo; seconda nella meccanica e elettronica, subito dopo la Germania; nona nei mezzi di trasporto e ancora quarta nei mobili e altri prodotti manifatturieri.

VOLANO ANCHE EXPORT E SALDO COMMERCIALE

Parallelamente vola anche il posizionamento per export e saldo commerciale. Nel solo settore manifatturiero, l’export per Lombardia-Nord-Est sia stato nel 2017 pari a 238,6 miliardi, posizionando l’area al sesto posto tra le nazioni europee; ma se guardiamo il saldo commerciale manifatturiero non alimentare, con 56,8 miliardi di euro l’area sale al secondo posto dietro la Germania. Con cui, insieme al resto d’Italia, il triangolo economico italiano può vantare, unici in Ue, un surplus con l’estero nella meccanica-mezzi di trasporto e negli altri manufatti non alimentari, sia verso l’Unione europea sia verso il resto del mondo. Se invece poi si guarda alle regioni europee, invece che agli Stati, si vede come nel caso del Pil il valore aggiunto manifatturiero aggregato è superiore a quello di tutte le altre di pari livello, come il Baden Wurttenberg, la Baviera, la Renana -Westfalia, l’Este spagnolo o l’Ile de France.
 

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