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Economia

Coop Lombardia, "schiaffo" alla crisi: in arrivo 3 nuovi supermercati

Intervista esclusiva a Guido Galardi, neo presidente di Coop Lombardia: "Carrelli più vuoti, ma stiamo resistendo. E lanceremo tre nuovi store in Lombardia"

E' stato assessore in regione e senatore per due anni, e da luglio è presidente di Coop Lombardia. Una realtà che si affianca alle altre cooperative di consumo (il marchio "Coop") del nostro Paese. Guido Galardi, classe '50, è impegnato a consolidare la Coop nel nostro territorio, pur in un periodo di crisi economica: il 24 novembre, ad esempio, è programmata l'apertura del nuovo Ipercoop di Peschiera Borromeo.

Dottor Galardi, come vanno i programmi delle cooperative del nord-ovest?

Per ora esiste un consorzio che (oltre a Coop Lombardia) unisce Nova Coop (in Piemonte) e Coop Liguria. Lo scorso anno si è varato il progetto di integrazione nei tre cda. Ovviamente è un processo complesso perché riguarda tre territori e tre storie, ma la fattibilità sta andando bene: ritengo che a gennaio confermeremo il progetto di Coop Nordovest. Con Piemonte e Liguria lavoriamo già in sinergia.

Coop Lombardia ha piani d'espansione?

Sì, il 24 novembre inauguriamo l'ipermercato di Peschiera Borromeo. A febbraio 2012 toccherà al superstore di Bergamo e poi a quello di Trescore Balneare. In seguito ci svilupperemo soprattutto nel bresciano.

Quali sono i "numeri" di Coop Lombardia?

Abbiamo 870mila soci, con circa 1 miliardo di fatturato. Siamo soddisfatti da riscontri di grande partecipazione: riuscire a portare 6mila soci a partecipare all'assemblea di bilancio non è facile. E nella campagna "Dai il voto alla tua Coop" siamo riusciti a coinvolgere circa 80mila soci. Si trattava di una indagine sul servizio, la convenienza, la qualità dei prodotti.

La crisi economica si ripercuote sulle attività di Coop?

In una fase economica terribile come questa, è inevitabile. I consumi sono calati, ma non registriamo tanto una perdita di consumatori, quanto l'abbattimento dello scontrino medio: i carrelli sono più vuoti o sono composti in maniera differente, più scatolame e meno freschi.

Soffrite la concorrenza?

Oggi non si può non soffrirla. Oltre a un gigante come Esselunga, in Lombardia operano anche altri grandi competitori. Noi cerchiamo però di mantenere il nostro profilo valoriale, che oltre a convenienza, qualità e sicurezza pone l'accento sull'eticità e l'ambiente.
Non vendiamo prodotti fatti da bambini, in generale cerchiamo di stare attenti ad acquistare dove si tiene conto dei diritti dei lavoratori. Promuoviamo campagne come l'acqua minerale "a km zero", installiamo pannelli fotovoltaici sui tetti dei supermercati. In questo momento sappiamo che al consumatore interessa anzitutto il prezzo. Ma non vogliamo sacrificare le nostre specificità.

Come scegliete i prodotti a marchio?

Poniamo molta attenzione al prodotto a marchio: lo scegliamo dopo un "test" con i soci. Se il nostro prodotto viene indicato dai soci come migliore o alla pari delle grandi marche, lo mettiamo in vendita, altrimenti no. Ad esempio, produciamo la Cola Coop, ma ci abbiamo messo un po' per raffinare il gusto.

Avete politiche specifiche sul lavoro?

Il lavoro nel supermercato è, nella maggioranza dei casi, duro e ripetitivo. Noi cerchiamo di coinvolgere i nostri lavoratori sui valori aggiunti della cooperazione. E in termini contrattuali, mentre a marzo Federdistribuzione ha chiuso il contratto commercio con Cisl e Uil, noi abbiamo ancora aperto il nostro: vorremmo dare un segnale unitario e chiuderlo con tutti i sindacati d'accordo.

Che cosa ne pensa dell'aggravio della fiscalità per le cooperative, stabilito nelle manovre estive del governo?

Ci è sembrato un provvedimento punitivo senza un reale beneficio per le casse statali. Avesse almeno portato benefici, avremmo compreso l'idea che ognuno deve fare un sacrificio. Per dirla tutta, l'aumento dell'Iva porterà a un aggravio maggiore. Ma la cosa che ci dispiace di più non è questo provvedimento, bensì che nelle manovre manchino politiche di sviluppo. Il Paese non si riprenderà se non si reinstaura il meccanismo virtuoso di crescita, sviluppo e consumi.

Nella fase di stagnazione come si comporta il mondo cooperativo?

Continua a crescere, facilitato dal fatto che gli utili non si possono redistribuire ma si devono reinvestire. Il mondo cooperativo è molto importante. In Lombardia conta circa 3 milioni di soci, vuol dire un lombardo su tre. Rappresenta il 7% del Pil nazionale. Questo mondo ha già più di 150 anni e rappresenta un pezzo importante dello stato sociale del Paese.

Tornando a Coop Lombardia, quali sono i servizi aggiuntivi che sperimentate o sperimenterete nei supermercati?

Da un lato più servizi, come piccoli pareri legali, offerte turistiche o la possibilità di pagare le bollette alle casse. Dall'altro attività di carattere sociale. Da dieci anni, con "Due mani in più", insieme con Auser e Caritas consegniamo la spesa a domicilio gratis ai non autosufficienti. Con "Carta equa" i nostri clienti decidono di destinare una percentuale del loro scontrino al progetto. A fine mese Coop raddoppia il ricavato e lo redistribuisce in carte prepagate attraverso Caritas a un target composto da chi sta scendendo verso la povertà. Con "A buon fine" togliamo dai banchi gli alimenti in scadenza per distribuirli ai poveri attraverso 36 Onlus in tutta la regione. E aiutiamo in Burkina Faso i produttori di spezie per poi comprarle. Infine siamo presenti da tempo nelle scuole per educare al consumo consapevole.“
 

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