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Economia Via Cefalonia

Concordato preventivo: Carnevali può tornare a respirare

Chiuse alcuni sedi, il gruppo punta tutto sul piano di rilancio dei quattro punti vendita che rimarranno aperti: i creditori hanno dato fiducia alla società.

In attesa dei dati circa le vendite del periodo natalizio, il più redditizio dell’anno, Carnevali ha potuto brindare per una buona notizia: banche, erario e fornitori hanno approvato il concordato preventivo che consente al marchio di tornare a guardare - dopo anni di incertezza - al futuro con un cauto ottimismo. 

Complice la perdurante crisi economica, e alcune scelte strategiche sbagliate, il gruppo di Federico e Francesco Bani (il marchio è nato nel 1940) ha visto diminuire il fatturato fino ai 17 milioni di euro (quest’anno 2016 dovrebbe aggirarsi sui 20), e crescere la voce del debito fino ai 40 milioni. Ora, grazie al concordato, i creditori privilegiati (per 10 milioni di euro) saranno soddisfatti integralmente eccetto Agrobresciano (con cui si è andati a stralcio), gli altri parzialmente: Erario e Inps (2,7 mln) con il 65%, fornitori strategici (4,3 mln) con il 50%, banche (26mln) con il 25% e tutti gli altri creditori (1,6 mln) con il 40%.

Alcune scelte dolorose sono state fatte, ma era inevitabile: per abbattere i costi di gestione sono stati licenziati alcuni dipendenti (passati da 170 a 110), e si sono chiusi alcuni negozi. Mantenuta la storica sede di via Cefalonia, assieme ai negozi dall’interno delle Porte Franche a Erbusco, del Leone di Lonato e del centro commerciale di Curno, sono stati abbandonati quelli di Arcore e Bellinzago. 

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