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Vuoi lavorare? Ti trasferisci a 160 chilometri. E scoppia la protesta

Sono quasi 40 le lavoratrici dell’ex Pulex – ora Ipc Tools – che per continuare a lavorare dovranno accettare il trasferimento a Padova. Il sindacato Fiom sul piede di guerra annuncia uno sciopero

Quando il lavoro è sinonimo di flessibilità estrema, nei tempi lunghi della ristrutturazione all’europea. Brescia, stabilimento ex Pulex ora IPC Tools: attiva in città dal 1963, specializzata nelle attrezzature per la pulizia industriale, ancora oggi occupa poco meno di una quarantina di dipendenti – 37 per la precisione – e quasi tutte donne.

Operaie e lavoratrici che stando alle richieste della nuova proprietà per continuare a lavorare dovranno trasferirsi a Padova, oppure fare le pendolari: in linea d’aria fanno 160 chilometri di distanza. Tutto è cambiato dalla scorsa estate: era luglio infatti quando la ‘vecchia’ Pulex veniva inglobata dalla IPC Tools.

E la decisione si è fatta irrevocabile: 37 dipendenti trasferiti da Brescia a Padova. Quando soltanto un paio di mesi nell’ambito della maxi-fusione aziendale alle lavoratrici e ai sindacati era stato assicurato che nulla sarebbe cambiato, né per quanto riguarda il tasso occupazionale né per quanto riguarda i contratti.

La Fiom è sul piede di guerra: promesse non mantenute, un tavolo di crisi anche istituzionale, l’ipotesi dello sciopero. “La decisione non ha nulla a che vedere con la sopravvivenza dell’azienda – spiega il sindacato in una nota in una nota – Lo stabilimento di Brescia è tra i migliori del gruppo in termini di efficienza produttiva”. Ma il capitale si sa, grande o piccolo che sia, per l’operaio "non ha riguardo", uomo o donna che sia.

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