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Economia Castenedolo

La Cassazione dichiara fallita la BreMach: dava lavoro a 30 operai

Si chiude con la sentenza definitiva della Corte di Cassazione la storia della BreMach, azienda fondata negli anni ‘50 a Varese e per cui gli operai di Castenedolo avevano aperto una vertenza

Una storia industriale durata poco più di 60 anni e adesso definitivamente conclusa: la BreMach di Castenedolo - acronimo di Brenna e Macchi - è stata dichiarata fallita anche dalla Corte di Cassazione, che ha così respinto il ricorso dell’azienda presentato a seguito della prima sentenza del Tribunale di Brescia, nel luglio del 2016.

La Corte si è consultata il 6 marzo scorso, e ha depositato solo pochi giorni fa l’esito e le motivazioni della sentenza. La fine di un calvario che aveva coinvolto in particolare i 30 lavoratori dello stabilimento di Castenedolo, dove la BreMach aveva il suo quartier generale.

Nel 2015 infatti l’azienda aveva annunciato la delocalizzazione della produzione nella fabbrica di Pescara: così era partita la vertenza degli operai, che lamentavano anche mesi arretrati di stipendio. Nel 2016 il Tribunale aveva dato ragione ai lavoratori, che avevano così ottenuto il pagamento di quanto dovuto, non solo gli stipendi ma anche il Tfr, il Trattamento di fine rapporto.

Al primo esito giudiziario aveva fatto seguito il ricorso dell’azienda, adesso respinto in via definitiva dalla Corte di Cassazione. La BreMach nasce nel 1956 a Varese, all’epoca si chiama Fratelli Brenna, un’officina di riparazione veicoli per conto terzi.

Dalla fine degli anni ‘60 l’azienda acquisisce il progetto e i diritti di produzione di un mezzo a tre ruote dell’Aeronautica Macchi: nasce così la BreMach, come detto acronimo di Brenna e Macchi. Una storia per decenni gloriosa nella produzione di mezzi speciali, ora l’annunciato epilogo.

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