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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

A2A crolla in borsa. Venerdì incontro tra Paroli e Pisapia sul futuro della multiutility

La principale multiutility italiana, di cui Brescia e Milano sono i principali azionisti, ha guidato i ribassi nel martedì nero di Piazza Affari (-8,17% a 0,51 euro, nuovo minimo storico). Venerdì i due sindaci si incontreranno per discutere di governance e missione industriale

Incontro al vertice sul futuro di A2A. Venerdì prossimo Giuliano Pisapia e Adriano Paroli, sindaci di Milano e Brescia, si incontreranno per discutere degli assetti della principale multiutility italiana. Oggetto del confronto tra i Comuni, che insieme controllano congiuntamente il 55% del capitale, saranno la governance e la missione industriale della multiutility, i cui consigli scadranno con l'assemblea di approvazione del bilancio in agenda il 29 maggio.

L'incontro arriva in un momento particolarmente delicato per la A2A, che ha chiuso il 2011 con una perdita di 420 milioni a causa dei risultati della partecipata montenegrina Epcg (66,5 milioni il rosso 2011) e, soprattutto, delle minusvalenze legate al riassetto di Edison. L'acquisizione di Edipower da parte di Delmi, la holding dei soci italiani di cui A2A è capofila, farà lievitare il debito finanziario netto della multiutility a cinque miliardi di euro.

Il titolo, anche a causa del downgrade di Standard & Poor's di venerdì scorso, ha guidato i ribassi nel martedì nero di Piazza Affari (-8,17% a 0,51 euro, nuovo minimo storico), con una capitalizzazione di borsa compressa a 1,7 miliardi (8,5 miliardi all'alba della fusione tra Aem e Asm, grazie però anche all'appeal speculativo espresso allora dai due titoli). Al calo di oggi potrebbe aver contribuito anche l'incertezza sul riassetto di Edison prodotta dalla decisione della Consob di alzare il prezzo dell'opa che Edf dovrà lanciare sulle minoranze di Foro Buonaparte da 0,84 a 0,89 euro, con un esborso extra di 55 milioni di euro.

In realtà sul mercato, così come tra i soci italiani, sono in pochi a credere che i francesi possano far saltare il tavolo di un accordo così faticosamente raggiunto e per loro di rilevanza strategica. Eppure Parigi continua a mantenere il silenzio sulle sue contromosse. Chi invece ha fatto sentire la sua voce è Ubs, proprietaria di 74,7 milioni di azioni di risparmio, titoli che saranno esclusi dall'opa francese, che ha chiesto l'integrazione dell'ordine del giorno dell'assemblea speciale chiedendo "un'informativa sulla riorganizzazione dell'azionariato di Edison Spa e relativo impatto sulle azioni di risparmio" a seguito del riassetto.

Milano, attraverso l'assessore al Bilancio, Bruno Tabacci, ha già fatto sapere quale 'cura' servirebbe per rilanciare la A2A: governance più snella, con una forte riduzione del numero dei consiglieri (attualmente 23 tra sorveglianza e gestione), individuazione di un capoazienda a cui affidare le redini della società (é circolato il nome di Francesco Caio, ad di Avio) e l'apertura di Edipower ad altre ex municipalizzate e soci finanziari, così da deconsolidare gli 1,1 miliardi di euro di debiti che l'ex genco dell'Enel porta con sé.

Più coperte le carte a Brescia, dove maggioranza e opposizione, dopo aver presentato quattro mozioni su A2A, stanno cercando - sotto il coordinamento del presidente della Commissione partecipate, Aldo Rebecchi - di trovare una sintesi sugli indirizzi strategici da affidare al nuovo consiglio. Per ora ci sarebbe condivisione sull'idea di separare le attività ambientali (con sede a Brescia) da quelle dell'energia (con sede a Milano) mentre non è chiaro su chi il comune lombardo, a cui spetta la scelta della presidenza del consiglio di gestione per il prossimo triennio (si parla di Graziano Tarantini, attuale presidente della sorveglianza), intenda puntare per la guida operativa della società.

(fonte: Ansa)

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