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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

A2A: Brescia si prenota per il polo ambientale

E' quanto stabilito nelle linee guida del piano nuovo industriale di A2A, come fortemente dall'Amministrazione bresciana

L'energia a Milano e l'ambiente a Brescia. Non è scritto in modo così esplicito ma le linee guida del piano nuovo industriale di A2A, messe nero su bianco dal consiglio di sorveglianza, spingono il management ad andare nella direzione, voluta con forza dal Comune di Brescia, di spostare nel comune lombardo le attività del trattamento dei rifiuti e del teleriscaldamento, lasciando a Milano l'energia.

Tra le indicazioni fornite al management, si legge nel documento, c'é quella di "valorizzare" le eccellenze e le tradizioni delle due aziende da cui A2A è nata: quella di Asm Brescia nel teleriscaldamento e nei termovalorizzatori e quella dell'Aem Milano nell'energia e negli impianti idroelettrici. "L'esperienza del passato" scrive il Cds in modo un po' criptico, va mantenuta "viva" attraverso un "assetto societario che valorizzi la concentrazione territoriale delle professionalità".

Contenimento del debito, politica dei dividendi "stabile e coerente con le esigenze di consolidamento e di sviluppo", ricerca di nuovi soci per progetti e attività specifiche, azione sui costi attraverso "una riduzione del numero delle società con snellimento della struttura manageriale" e una decisa crescita nel settore dei trattamento dei rifiuti (termovalorizzatori) e del teleriscaldamento, che avrà dunque base a Brescia, sono alcuni dei punti su cui insiste il documento.

Brescia sembra dunque aver messo a segno un punto importante per assicurarsi il 'polo ambientale' della nuova A2A. Ma le linee guida che il management guidato dai direttori generali, Renato Ravanelli e Paolo Rossetti, dovrà tradurre in numeri, non si fermano a questo. In più passaggi si parla della necessità di ridurre un indebitamento cresciuto a 4,7 miliardi dopo l'acquisizione di Edipower.

"Richiede particolare attenzione il livello del debito" sottolinea il Cds chiedendo che il suo contenimento debba "essere accelerato" agendo sia sulla dismissione delle "attività non strategiche o scarsamente redditizie" sia sviluppando le "attività strategiche" anche con l'apporto di partner "finanziari o industriali" a condizione però che "il controllo" dei business resti "in capo ad A2A".

Tra le richieste anche quella di procedere a un allungamento della durata del debito, attualmente attorno ai quattro anni. Molta insistenza, in un contesto di grande sofferenza per il settore elettrico, viene posta sulla crescita nel campo del trattamento dei rifiuti "caratterizzato in Italia da un grave ritardo rispetto ai paesi industriali più sviluppati" e da una prevalenza del "conferimento in discarica".

"Rimane in molte aree del Paese un'esigenza di investimento in nuovi impianti di trattamento e quindi uno spazio importante per il ruolo di A2A" sottolinea il documento del Cds guidato da Pippo Ranci, approvato la scorsa settimana e condiviso a livello politico. Lo sviluppo del teleriscaldamento e della termovalorizzazione dei rifiuti "é prioritario nella strategia energetica e ambientale del Paese, alla cui realizzazione A2A può portare un significativo contributo".

Non solo: la "capacità competitiva" di A2A in queste due filiere "potrebbe esprimersi anche nel mercato europeo". Al management, che presenterà il piano ai consigli il prossimo 8 novembre, viene chiesto anche "uno sforzo tenace e continuativo di riduzione dei costi", attraverso un taglio del numero di manager e società controllate, e l'adozione di una politica dei dividendi in grado da "fornire chiare indicazioni a tutti gli azionisti". Non sono invece attese novità a livello di controllo del gruppo: "l'azione del piano industriale - spiega il Cds - sarà disegnata nell'ambito dell'attuale struttura azionaria".

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