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A2A: governance e gestione del debito, la gran corsa in borsa

In 12 mesi titolo raddoppiato, ed entro fine mese in arrivo la proposta di riforma della governance che potrebbe segnare l'addio al duale

A2A continua la sua corsa a Piazza Affari per la gioia dei comuni di Milano e Brescia, probabili futuri venditori di una quota del 5% dell'ex municipalizzata.

Anche lunedì il titolo ha guadagnato lo 0,89% a 0,91 euro, aggiornando i massimi da novembre del 2011. Dall'inizio di ottobre il balzo è stato del 26%. Nelle vele di A2A non ha soffiato solo il vento che sta spingendo tutto il listino: tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre è attesa sul tavolo dei sindaci di Milano, Giuliano Pisapia, e di Brescia, Emilio Del Bono, la proposta di riforma della governance che potrebbe segnare l'addio al duale.

Ma il rally ha ragioni anche manageriali: dopo un 2012 'nero', a causa dei timori per l'esito del riassetto Edison, negli ultimi dodici mesi A2A è stato il miglior titolo del Ftse Mib (+104%), dietro solo a Mediaset. Merito di una gestione che ha dimostrato di saper digerire il maxi debito (1,1 miliardi) ereditato con l'acquisizione di Edipower: tra il giugno 2012 e il giugno 2013, sono stati smaltiti circa 800 milioni, pari a quasi i tre quarti dell'esposizione contratta.

La generazione di cassa, confermata trimestre dopo trimestre nei conti della società, ha anche permesso al management, guidato dai direttori generali Renato Ravanelli e Paolo Rossetti, di congelare l'ipotesi della vendita di quote in attività redditizie come le reti e l'ambiente per recuperare risorse al servizio del debito.

La revisione della governance, invece, è all'esame di un comitato guidato dai capi di gabinetto dei sindaci, Maurizio Baruffi per Milano e Giandomenico Brambilla per Brescia, che stanno predisponendo un testo che dovrebbe dare l'addio al duale o - qualora dovesse prevalere la soluzione più minimalista - quantomeno ridurre in modo significativo il numero delle poltrone dei due consigli.

In soffitta potrebbe finire anche la doppia direzione generale, frutto degli equilibri decisi in occasione della fusione tra Asm Brescia e Aem Milano, a vantaggio di una struttura di comando più lineare, con un solo capoazienda. La proposta del comitato sarà la base della revisione dei patti parasociali e dello statuto che, a partire dall'anno prossimo, verrà sottoposta ai consigli comunali.

Un passaggio che servirà anche a ridurre le quote vincolate al patto di sindacato dal 55 al 50,1%. Con una capitalizzazione risalita a 2,85 miliardi, l'alleggerimento vale una settantina di milioni per ciascun Comune. Denari su cui conta soprattutto Brescia per finanziare i propri investimenti.

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