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Economia

Crediti deteriorati per 14 miliardi di euro: la Bce "bacchetta" Ubi Banca

La Banca Centrale Europea ha chiesto a Ubi Banca (entro marzo) un nuovo piano di riduzione e smaltimento degli Npl, i cosiddetti "crediti deteriorati"

La Banca Centrale Europea ha chiesto a Ubi Banca un nuovo e più "incisivo" piano per la riduzione degli Npl, i cosiddetti "crediti deteriorati": da definizione, i non performing loans sono crediti delle banche (mutui, finanziamenti e prestiti) che i debitori non riescono più a ripagare regolarmente (o a estinguere del tutto). I crediti deteriorati di Ubi Banca ammonterebbero a 14 miliardi di euro.

La scorsa primavera (in maggio), come richiesto dalla Bce a tutte le banche europee (in Italia anche a Intesa e Unicredit), Ubi ha presentato un piano di riduzione e smaltimento degli Npl. La quota di allora ammontava a circa 12 miliardi e mezzo di euro: l'impegno della banca lombarda era di ridurre tale quota di 2,7 miliardi, arrivando a meno di 10 miliardi (9,8 per la precisione) entro quattro anni, entro il 2021.

Un progetto soddisfacente, almeno così doveva essere: e così è stato fino alla completa acquisizione (da parte di Ubi) delle banche Etruria, delle Marche e Carichieti (tra l'altro pagate simbolicamente 1 euro, accollandosi però tutti i debiti). Con l'acquisizione dei tre istituti bancari alla quota già considerevole di Npl se ne sono aggiunti altri 1,8 miliardi.

Non serve la calcolatrice: i crediti deteriorati di Ubi hanno raggiunto (e superato) i 14 miliardi. Ecco perché la Bce avrebbe richiesto alla banca lombarda una nuova "roadmap" per lo smaltimento degli Npl. Il "progetto" dovrà essere presentato entro il prossimo marzo. Il rischio concreto, avrebbe fatto sapere ancora la Bce, potrebbe essere quello di un declassamento del rating.

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