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Cronaca

Yara, messaggio in chiesa a Rho: "Non ci facciamo illusioni"

Così il legale della famiglia, che si dice però contento della solerzia degli inquirenti

"Siamo contenti della solerzia della magistratura per l'attenzione a ogni vicenda legata a questo caso, anche se non ci facciamo troppe illusioni. Di mitomani ne abbiamo già visti parecchi".

Non trapela ottimismo dalle parole dell'avvocato Enrico Pelillo, il legale dei genitori di Yara Gambirasio, anche se un filo di speranza nelle sue parole comunque non manca. È la stessa speranza che accompagna da due anni e mezzo mamma Maura e papà Fulvio Gambirasio, che attendono ancora di sapere chi ha rapito e ucciso la loro figlia tredicenne.

Sabato sul registro di una chiesa del Milanese è comparsa la scritta di una persona che si è spacciata per l'omicida di Yara. "Purtroppo in questi due anni e mezzo abbiamo assistito alle azioni di tanti mitomani - aggiunge Pelillo -: per questo stiamo cauti. Di certo il fatto che ci sia attenzione da parte della magistratura verso tutti gli aspetti che riguardano il caso ci fa davvero piacere. Ora attendiamo".

Anche gli inquirenti non si aspettano granché, in realtà, da questa ennesima pista, che viene comunque vagliata attentamente. "Informate subito la polizia di Bergamo perché qui è passato l'assassino di Yara. Che Dio mi perdoni" è il testo comparso sul registro della chiesa dell'ospedale di Rho.

La polizia ha intanto sequestrato i filmati delle telecamere della struttura sanitaria alla ricerca di qualche traccia utile. Ma non solo. Agli atti c'è anche un fazzoletto, ritrovato proprio ai piedi del leggio sul quale c'era il registro. Anche questo reperto è ora all'attenzione degli inquirenti: sarà ricercato un eventuale dna da confrontare con quello trovato sugli indumenti di Yara.

Un profilo genetico che andrà a sommarsi agli oltre 18 mila già raccolti e confrontati in questi anni di indagine. Tra gli ultimi dna analizzati c'è pure quello di un uomo, la cui anziana madre si è rivolta, nei giorni scorsi, ai carabinieri di Como segnalando la somiglianza fisica del proprio figlio adottivo a Giuseppe Guerinoni, l'autista di Gorno morto nel '99 e ritenuto, secondo i confronti scientifici, il padre biologico di 'Ignoto 1', l'assassino di Yara. Ma anche questo ennesimo confronto non ha portato a nulla.

L'attenzione sul caso resta comunque alta e non mancano le segnalazioni più disparate: nei giorni scorsi in procura a Bergamo è arrivato all'attenzione del pm Letizia Ruggeri, titolare del caso Yara, un disegno a mano che raffigurerebbe, nelle intenzioni dell'autore, l'amante di Guerinoni e, dunque, la madre del killer della tredicenne di Brembate Sopra. Svolti anche in questo senso gli accertamenti, non si è rivelata una pista fondata.

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